3 agosto 2020
L'introduzione dei principi dell'economia circolare si scontra spesso con una barriera invisibile: l'interpretazione della legislazione vigente in Italia per quanto riguarda le definizioni di rifiuto e di sottoprodotto. Se l'azienda si trova di fronte ad un materiale generato nel corso del ciclo di produzione e che fino ad oggi ha gestito come scarto con codice CER, oggi, in situazioni particolari definite appunto dalla legge, quello stesso materiale può essere invece definito sottoprodotto.
Un sottoprodotto può diventare materia prima, non viene inserito nel circuito di gestione dei rifiuti, ha un mercato. Insomma da problema e costo di gestione, inviato a recupero può diventare risorsa, generando entrate all'azienda che li produce.
È un'operazione non sempre facile, perchè l'individuazione del materiale come sottoprodotto deve rispondere a quattro caratteristiche definite nell'art 184 bis del D.Lgs. 152/2006:
La Regione Lombardia dal 14 luglio al 15 settembre 2020 ha aperto la consultazione pubblica su due documenti con contenuti tecnici per la gestione circolare delle scorie nere di acciaieria (EAF-C) e delle terre esauste di fonderia.
Questi documenti sono stati creati nell’ambito delle attività dell’Osservatorio di Regione Lombardia per l’Economia Circolare e la Transizione Energetica che ha attivato un tavolo di lavoro tecnico sui residui delle attività metallurgiche, con l’obiettivo di rendere la loro gestione corrispondente alle strategie europee sull’economia circolare e facilitare l’attivazione di percorsi di gestione delle scorie metallurgiche così da migliorare i relativi impatti sia economici che ambientali.
Il Tavolo tecnico dell’Osservatorio per l’Economia Circolare e la Transizione Energetica è composto da enti pubblici (Regione Lombardia, ANCI, ARPA Lombardia), rappresentanti dei produttori e di chi lavora o utilizza questi materiali (Federacciai, Assofond, Confindustria Lombardia, ANCE, Assomet), enti di ricerca e rappresentati di professionisti (ENEA, INSTM, Università di Brescia, Università Bocconi, Università di Milano-Bicocca, CROIL) e associazioni ambientaliste (Legambiente Lombardia).
I documenti tecnici sono finalizzati a definire quali sono le modalità e criteri perché questi residui possano essere trattati come rifiuti e quindi riciclati in prodotti da recupero secondo la legislazione dell’End-Of-Waste (EOW) oppure possano, in base all’art.184bis del D.Lgs.152/2006 essere, vedendoli ossia come “materie prime” da utilizzare al meglio con la corretta tutela ambientale
Nei documenti tecnici la logica di approccio è ribaltata: si parte dalle caratteristiche fisiche delle scorie metallurgiche, analizzandone i possibili utilizzi in base alla composizione e alla genesi, facendo riferimento alle migliori tecnologie disponibili, alla ricerca scientifica e ai case studies di altri Paesi Ue, in cui l’utilizzo di questi materiali è già ampiamente consolidato e sperimentato.
I due documenti redatti potranno pertanto diventare utili riferimenti sia per i produttori che scelgono di gestire i propri residui come “sottoprodotti” (art. 184-bis del D.lgs 152/06), sia per le Autorità competenti che possono già ora autorizzare in procedura ordinaria o in AIA il riciclo dei materiali come “end of waste caso per caso” (art. 184-ter del D.lgs 152/06).
Quindi fino al 15 settembre è possibile per tutti gli operatori e gli esperti inviare osservazioni che saranno oggetto di valutazione da parte del Tavolo tecnico ricordando che poi i due testi nella loro formula definitiva saranno inviati al ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per diventare effettivamente linee guida per il settore metallurgico.
Maria Luisa Venuta
17 marzo 2025
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