12 febbraio 2020
L’audizione di oggi pomeriggio dei tre commissari straordinari dell’ex Ilva davanti alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei deputati, oltre che a fare il punto della situazione, peraltro già nota con il rinvio al 6 marzo dell’udienza relativa alla istanza di recesso dal contratto di affitto presentata da ArceloMittal Italia, ha portato alla luce qualche dettaglio in più.
Rispondendo alle domande dei parlamentari, i commissari hanno spiegato che «i punti principali del possibile nuovo accordo vanno dall’anticipo dell’acquisto da parte di ArcelorMittal Italia dello stabilimento tarantino prima della data prevista in origine e cioè del 2023, al mantenimento del prezzo e dei canoni (magari con una dilazione dei tempi di pagamento degli stessi), alla disponibilità dello Stato (anche con capitali privati) ad entrare nel capitale, fino ad un nuovo piano industriale con tecnologie green e mantenimento sostanziale dei livelli occupazionali. Il tutto con l’impegno di AM a tenere aperto lo stabilimento fino alla stipula finale». Secondo Ardito, Danovi e Lupo, però «non ci sono certezze riguardo a come questi punti saranno precisati».
Una cosa sicura, hanno però detto i commissari, è che «il tribunale di Milano non concederà ulteriori proroghe e quindi ArcelorMittal Italia, che fino ad oggi ha investito a Taranto 211 dei 739 milioni di euro annunciati, e governo dovranno trovare l’intesa prima di ripresentarsi in aula».
A giudizio di Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo «l’obiettivo di riportare lo stabilimento tarantino a produrre 8 milioni di tonnellate di acciaio dopo l’implementazione del forno elettrico è raggiungibile e questo, con la copertura completa dei parchi, permetterebbe di ridurre sensibilmente le emissioni».
Oltre a ripercorrere i fatti che hanno portato la situazione relativa al siderurgico tarantino allo stato attuale, i tre commissari hanno ribadito che «per noi è valido il contratto del 2018, ma AMI ha chiesto una modifica e il governo si è detto disposto a trattare. Noi non abbiamo potuto far altro che prenderne atto».
Ardito, Danovi e Lupo hanno anche evidenziato «il rapporto non facile con l’affittuario AMI in quanto siamo stati oggetto di posizioni piuttosto conflittuali fin dall’estate dell’anno scorso, con il susseguirsi di fatti a cui abbiamo evitato di dare grande risultato pubblico, ma che sono stati pesanti».
Poi, dopo aver ribadito che a loro avviso «l’esimente penale non può entrare nel nuovo contratto, visto che nel precedente non c’era, anche se AMI lo considerava un presupposto», i tre commissari hanno confermato di aver «coinvolto l’architetto Massimiliano Fuksas per un progetto di riambientazione di Taranto al quale l’archistar lavorerebbe gratis».
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