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Ilva: resta in marcia l’Acciaieria 1

La decisione dopo le esplosioni nella notte all’Acciaieria 2: sospesa la cassa integrazione

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TARANTO – All'ex Ilva di Taranto, questa mattina alle ore 4,30, «vi sono state diverse deflagrazioni all'impianto Idf a servizio del convertitore 1 di acciaieria 2. Si sono aperti diversi squarci alle tubazioni, nei pressi del pulpito stiring, laddove c'è transito di personale per le normali attività di affinazione». È quanto denunciano in una nota le Rsu di Fiom e Uilm

«L'acciaieria 2, a conferma di quanto sostenuto da Fiom e Uilm nei giorni scorsi e verificato nel corso del sopralluogo effettuato ieri, non può sostenere l'aumento produttivo a 3 convertitori e gli ultimi episodi lo testimoniano», affermano i coordinatori di fabbrica Fiom e Uilm, Francesco Brigati e Gennaro Oliva. «ArcelorMittal deve tornare sui suoi passi e sospendere immediatamente la scelta unilaterale di fermare l'acciaieria 1 in quanto i continui rinvii e ritardi su manutenzione ordinaria e straordinaria determinano, in caso di aumento produttivo, situazioni di pericolosità sia dal punto di vista della sicurezza che dell'ambiente».

Nei giorni scorsi l'azienda aveva informato i sindacati dello stop dell'Acciaieria 1 sino alla fine di marzo, con la conseguente decisione di far marciare a pieno regime l'Acciaieria 2 utilizzando tutti e tre i convertitori. Con la conseguente messa in cassa integrazione di 250 lavoratori. Disposizioni che i sindacati avevano sin da subito stigmatizzato. 

Sulla base di quanto avvenuto l'azienda ha stabilito di tornare sulla decisione di fermare l'Acciaieria 1, che resterà regolarmente in marcia fino a quando non saranno risolti i problemi provocati dalle esplosizioni e, quindi, viene anche sospeso il provvedimento di cassa integrazione

«I fatti ci danno ragione» è invece la considerazione del segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano, dopo il guasto verificatosi all'alba di questa mattina all'Acciaieria 2. «Non sono trascorse nemmeno 48 ore dall'incontro consumato nello stabilimento di Taranto dalle organizzazioni sindacali con i vertici di ArcelorMittal, sulla decisione di fermare Acciaieria 1 e marciare a pieno regime con l'Acciaieria 2, ed ecco emergere le prime criticità. Lunedì scorso nel corso dell'incontro - aggiunge Prisciano - avevamo esposto le nostre perplessità sul nuovo assetto di marcia, evidenziando che quella esposta dall'azienda non poteva rappresentare la strada giusta. Una decisione aziendale che abbiamo rigettato e definito inaccettabile, sia per i problemi che potevano verificarsi in termini di sicurezza ed ambientali, sia per l'impatto occupazionale che di fatto determina la collocazione in Cigo di 250 lavoratori. Da tempo - rileva Prisciano - dichiariamo che gli impianti all'interno dello stabilimento necessitano di manutenzioni ordinarie e straordinarie. Così come diciamo che l'azienda deve programmare in maniera capillare, con interventi specifici. I fatti, ancora una volta, ci danno ragione. Basti pensare a quanto avvenuto oggi nella stessa Acciaieria 2, dove si è verificato un problema al convertitore n.1 con il cedimento del cono all'impianto trattamento gas, Idf». 

La Fim Cisl ribadisce la propria contrarietà alla decisione aziendale, in quanto «ad oggi - aggiunge Prisciano - tra l'altro, non siamo in presenza di un piano industriale condiviso con le organizzazioni sindacali ed il governo; il futuro, quindi, rimane nell'accordo sindacale del 6 settembre 2018, che rappresenta l'unica strada certa per coniugare temi fondamentali come ambiente, salute e occupazione. I problemi non si risolvono con i soli annunci e collocando i lavoratori in Cigo, scaricando sulle loro spalle i cambi di strategia che la multinazionale adotta. ArcelorMittal - conclude il segretario della Fim Cisl - deve necessariamente fare un passo indietro rispetto alla decisione assunta».

Per la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, «è un fatto preoccupante, molto grave quello che è accaduto stanotte all'Ilva con tre esplosioni nell'acciaieria. Per fortuna non ci sono stati feriti. Ma è urgente che il governo convochi subito ArcelorMittal e i sindacati per affrontare la situazione dello stabilimento che ogni giorno di più rischia di peggiorare. Bisogna fare rispettare all'azienda l'accordo per la produzione, la sicurezza dell'impianto, la tutela della salute dei cittadini. Ogni ritardo - ha concluso Furlan - è un danno per lo stabilimento, per il risanamento dell'ambiente, per la comunità di Taranto e per il Paese».


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