19 novembre 2019
La giornata di oggi è caratterizzata, sul fronte Ilva – oltre che dalla conferma dell’incontro, previsto per venerdì prossimo, tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la famiglia Mittal – dal continuo rincorrersi di indiscrezioni sull’offensiva giudiziaria, scatenata dalle Procure di Milano e Taranto, nei confronti di ArcelorMittal.
Stando a quanto è circolato, il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e i pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, nel fascicolo aperto nei giorni scorsi contesterebbero presunte false comunicazioni al mercato e la distrazione di beni e risorse senza il concorso del fallito
In sostanza, gli inquirenti puntano a verificare se dirigenti e manager del gruppo con le loro condotte abbiano sottratto e distratto beni e risorse dall'Ilva fallita, dopo che hanno iniziato a gestirla col contratto d'affitto del quale hanno chiesto la rescissione dando anche l'avvio alla causa civile.
Ad ArcelorMittal sarebbe anche contestata una presunta omissione di dichiarazione dei redditi e la diramazione di alcuni comunicati stampa che avrebbe avuto effetti sui mercati esteri dove la capogruppo dell'azienda franco indiana è quotata.
Nell'ufficio del pm Civardi gli inquirenti stanno ascoltando persone informate sui fatti, proseguendo l'attività già iniziata ieri con l'ascolto di dirigenti dell'amministrazione straordinaria dell'ex Ilva.
A Taranto, la Guardia di Finanza, su delega della Procura locale, ha acquisito documentazione, anche in forma digitale, di tutto quanto abbia attinenza con movimento di merci, ordini, e stato di manutenzione degli impianti, in base a quanto segnalato alla Procura nell'esposto presentato dai commissari. L'inchiesta, tutt'ora contro ignoti, riguarderebbe presunte condotte illecite di ArcelorMittal in particolare in merito alle ipotesi di reati di “Distruzione di mezzi di produzione” e di “Appropriazione indebita”. Quest'ultima ipotesi fa riferimento al fatto che i commissari di Ilva nella denuncia sostengono che il magazzino del siderurgico sarebbe stato svuotato della merce che vi era contenuta al momento della consegna.
L’acquisizione di documenti è finalizzata anche a valutare se da parte del gruppo franco-indiano ci sia stato il rispetto dei livelli di approvvigionamento per mantenere l'attività degli altiforni. La Gdf punta cioè a verificare se l'approvvigionamento nel tempo delle materie prime per il funzionamento degli impianti (gli altiforni in particolare) sia stato sempre adeguato al rispetto del contratto tra i commissari Ilva e ArcelorMittal e se l'attività degli altiforni sia stata garantita.
ArcelorMittal, con una stringata nota, ha confermato «la presenza della Guardia di Finanza negli uffici di Milano e nello stabilimento di Taranto» spiegando che «sta collaborando fornendo le informazioni richieste».
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