21 febbraio 2019
BRESCIA - Business diversi, come i fatturati e la presenza sui mercati esteri. Una cosa le accomuna: il ricorso a strumenti di finanza straordinaria, fuori dal tradizionale credito bancario. Sono le imprese che hanno portato la propria testimonianza diretta al convegno "Finanza d'impresa, nuovi strumenti per tempi nuovi", che si è tenuto in mattinata a Brescia, organizzato da siderweb in collaborazione con Banca Valsabbina: la bresciana Gefran, specializzata in componenti per l’automazione e in sistemi per il controllo dei processi industriali; il bergamasco FECS Group, che opera nella filiera dell’alluminio, dal recupero dei rottami metallici fino a lingotti e radiatori; e la udinese Officine Tecnosider, che produce lamiere da treno.
Officine Tecnosider: bond per investire sulla capacità produttiva
Un fatturato di circa 200 milioni di euro e 20 milioni di Ebitda, nel 2018 «abbiamo attuato una diversificazione spinta delle fonti di finanziamento. A dicembre – ha spiegato l’amministratore delegato di Officine Tecnosider Ivo Conti – abbiamo sottoscritto un bond per rimodulare la posizione finanziaria netta e liberare risorse, in modo da chiudere gli investimenti dell’anno e avviare una nuova campagna nel 2019». L’obiettivo del biennio è aumentare la capacità produttiva di circa il 40%, «una crescita a monte e a valle, con una differenziazione della gamma prodotto».
Perché bond e non credito chirografario? «Il costo è più alto, ma ci ha dato un grande miglioramento in termini di rating e una importante visibilità rispetto al parterre finanziario - ha spiegato Conti -. L’azienda ne ha beneficiato anche in termini culturali, con un dialogo più strutturato con la banca, anche nelle proiezioni di lungo periodo in termini di piani industriali».
Anche la quotazione in borsa era stata presa in considerazione, quando lo scorso anno Officine Tecnosider aveva pensato di acquisire «un’azienda paritetica alla nostra, un concorrente di proprietà russa». Ma quando il mercato delle lamiere da treno è ripartito la sua messa sul mercato è sfumata, così come l’operazione.
FECS Group: minibond e programma Elite
Prenderebbe in considerazione la quotazione per un’eventuale crescita dimensionale per aggregazione anche FECS Group. Oggi, però, la sua priorità è «consolidare il nostro percorso e migliorare i numeri» ha detto il presidente Olivo Foglieni. Percorso di crescita che è passato anche attraverso il programma Elite di Borsa italiana e un minibond da 8 milioni di euro, «sottoscritto pur avendo la possibilità di accedere al finanziamento bancario tradizionale. Avevamo la necessità di capire come fossimo visti dal mercato. Il ritorno è stato incredibile – ha detto – in termini di miglioramento del rating e di interessamento delle banche». Certo, ha specificato, «il commitment deve essere apicale. La formazione culturale che questa operazione ci ha portato – ha chiarito Foglieni – ci permette oggi di parlare non solo con gli istituti di credito, ma anche con un mondo finanziario più trasversale».
Gefran: finanza straordinaria in caso di possibili acquisizioni
Opportunità che Gefran avrebbe visto potenziata con la quotazione in Borsa: «Lo status di società quotata attrae non solo nuove risorse e i nuovi talenti, ma rende anche il ricorso a ogni tipo di finanziamento più facile. Prestiti chirografari a 5 anni sotto l’1% è difficile trovarli fuori dal mondo delle quotate - ha affermato l’amministratore delegato Alberto Bartoli -. Oggi siamo a 5 milioni di euro di posizione finanziaria netta, non pensiamo di fare ricorso a strumenti straordinari». Fatta eccezione che per eventuali acquisizioni, tema su cui Gefran sta lavorando: «Ci stiamo interrogando per trovare società target da inserire nel nostro gruppo. È chiaro che allora dovremo pensare a finanziamenti».
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