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La vera Industria 4.0 parte dalla strategia

Il contributo di Alessandro Marini, Cluster Manager di Afil, alla riflessione sulla digitalizzazione

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Si fa presto a dire «quattropuntozero». Ma le domande che imprenditori e manager si devono porre sono molteplici: a chi serve, perché serve, che vantaggi può dare, quanto serve prima di raggiungerli e anche di quali novità stiamo parlando in termini di tecnici. Perché in effetti questa benedetta Industria 4.0 si basa su alcune novità tecnologiche sviluppate nel mondo digitale negli ultimi 10 anni e che ora si cerca di applicare al settore manifatturiero.

Le tecnologie che fanno la differenza sono principalmente tre. La prima è quella legata alla mobilità digitale, cioè al fatto che siano stati sviluppati dispositivi e interfacce che slegano dal mondo fisico e rendono possibile a chiunque interagire con macchine complesse e informazioni strutturate attraverso interfacce di uso comune, semplici e intuitive.

La seconda è quella garantita dal fatto che i collegamenti tra gli apparati di campo (sensori, componenti, controlli), per trasferire i dati generati dalle macchine nel corso del processo produttivo verso sistemi centralizzati, permettono di integrare diversi protocolli e standardizzare le comunicazioni. La terza infine è legata alla disponibilità di nuove tecnologie di archiviazione dei dati in strutture in grado di memorizzare miliardi di informazioni e di elaborarle in modalità molto efficienti, i cosiddetti Big Data.

Non bisogna farsi trarre in inganno dal fatto che queste tecnologie siano accessibili dal punto di vista tecnico e anche e soprattutto da punto di vista finanziario. Esse richiedono una maturità di utilizzo da parte delle imprese per ottenere gli enormi vantaggi promessi. Eh sì, perché non basta comperare la macchina o l’impianto ultimo grido. Certo, magari questo acquisto potrà anche farti ottenere i vantaggi fiscali dell’iperammortamento previsto dal Piano Industria 4.0, ma se la macchina la usi al 30% delle sue potenzialità magari i soldi li hai buttati via invece che guadagnarci. Perché queste nuove macchine sono sofisticate come dei caccia e bisogna avere ben chiaro che vantaggi si vogliono ottenere dal loro utilizzo, perché, e questo è certo, il costruttore quella macchina “4.0 Ready” te l’ha fatta pagare un bel po’ di più.

Insomma, quello che contraddistingue le aziende più avanzate nell’adozione di queste nuove tecnologie digitali nel manifatturiero è un modello di coerenza nei processi, nelle procedure, nei processi decisionali, negli obiettivi che attraversa tutta l’impresa e coinvolge tutti i settori: in poche parole gli aspetti organizzativi e il livello di preparazione e di coinvolgimento di tutto il personale sono i veri fattori decisivi.

Per questo, prima di parlare delle meraviglie dei sistemi cyberfisici, qualche storia d’impresa bisognerebbe raccontarla, così, per capire che, come sempre, non sono le macchine che fanno la differenza, ma le persone.


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