22 ottobre 2024 Translated by Deepl
Dopo l'analisi strutturale del settore dell'acciaio inossidabile, questa mattina il live webinar di siderweb «Acciaio inossidabile sotto la lente» ha dato spazio alla visione di due importanti operatori nazionali: Bicomet e Marcegaglia.
Orselli (Bicomet): «Il mercato del rottame dovrebbe riprendersi nel 2025»
Rispetto all’andamento del mercato del rottame inox, Fulvio Orselli, direttore divisione Inox di Bicomet, ha sottolineato come, per quanto riguarda la raccolta, stiamo vivendo «una fase tranquilla, anche troppo. Quando la quotazione è calante abbiamo due effetti sulla filiera». Da un lato, assistiamo a «un automatico rallentamento della domanda per i semilavorati, dando l’idea che la quotazione calerà. Ad esempio, i centri di servizio nel trasmettere gli ordini alle acciaierie richiedono lo stretto necessario perché si aspettano ulteriori cali col passare dei giorni». Dall’altro lato, però, «con l’avvicinarsi della fine dell’anno il rottame viene venduto malvolentieri, soprattutto se il prezzo è in calo. Nei mesi di chiusura d'anno poi si inizia a pensare alle politiche per il magazzino. Questa combinazione porta a una minore disponibilità di questa materia prima», ha detto Orselli.
Per quel che riguarda le aspettative per la fine del 2024 e l’inizio del 2025, è prevedibile che, a fronte di quantitativi limitati, «i prezzi recupereranno negli ultimi mesi dell’anno e, mi auguro, l’inizio del prossimo». Con la domanda latente dei primi nove mesi dell’anno, le aspettative di una ripresa sono crescenti: «Giocoforza, le quotazioni del rottame dovranno gradualmente salire, perché c’è una ridotta disponibilità di cascami provenienti dalle acciaierie. Vorrei anche rimarcare che le attese di una ripresa dei prezzi hanno un effetto positivo su tutta la filiera per un aumento sia della domanda che del prezzo stesso», ha continuato il direttore della Divisione Inox di Bicomet.
Per quanto riguarda i prodotti finiti il mercato stenta a ripartire e, secondo Fulvio Orselli c’è qualcosa «di strutturale che li riguarda. Assistiamo a un’erosione cospicua della domanda perché le acciaierie europee perdono vendite a causa della concorrenza asiatica». Perciò, «occorre trovare un modo di proteggere selettivamente il mercato dai materiali in arrivo da Oriente: servirebbe qualche "paletto" ulteriore, pur mantenendo rapporti commerciali con la Cina. Inoltre, costituire un’area privilegiata di scambio tra Ue e Usa potrebbe essere un’opportunità per rivitalizzare l’export verso un mercato compatibile con il nostro, come quello d’Oltreoceano», ha concluso Orselli.
Bini (Marcegaglia): «Calo di produzione su tutte le linee»
Se «tengono ancora» i settori alimentare e farmaceutico, e «abbiamo una visione positiva sull’oil & gas», nell’edilizia «il consumo è in diminuzione, soprattutto per quel che riguarda l’applicazione dei tubi. Abbiamo registrato un calo abbastanza importante». È quanto ha spiegato Egidio Bini, Chief commercial officer Stainless steel division di Marcegaglia.
Così come prospettato dagli operatori collegati al webinar che hanno risposto al sondaggio proposto da siderweb, «confermo un calo di produzione su tutte le linee di prodotti, nelle acciaierie, nella rilaminazione, nei tubi e lunghi. Tutta la catena è in rallentamento produttivo» ha detto Bini. Quanto al mercato, «siamo in una fase di stabilizzazione dei prezzi. È possibile anche un lieve recupero delle quotazioni a inizio 2025».
Permane, tuttavia, una certa debolezza generale, con l’aumento delle quotazioni registrato tra metà marzo e luglio-agosto dovuto non tanto a una ripresa della domanda, quanto alla «carenza di fornitura» dovuta al combinato congiunto degli scioperi in Outokumpu e Acerinox e all’indagine anti-circumvention europea su alcuni produttori asiatici. Ora, in questa fase finale di anno, «stiamo assistendo a un riequilibrio tra domanda e offerta, con la ripartenza della produzione europea e la riapertura dell’import da alcune importanti acciaierie asiatiche, per cui abbiamo visto esaurirsi le quote, e la competizione è molto forte».
Anche sul prezzo, visto che l’offerta asiatica di coils da ciclo produttivo con nickel pig iron si propone con prezzi anche di molto inferiori a quella europea, prodotta da rottame inox. «In alcuni momenti abbiamo visto un divario molto forte, anche di 7-800 euro la tonnellata. Una situazione non sostenibile» secondo Bini. Ora «le proposte sui coils in Asia sono in aumento» e una delle ragioni è «la salita del prezzo del nickel pig iron», legata alla «riduzione delle licenze di estrazione dell’Indonesia».
Redazione siderweb
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