
Il Partito Popolare Europeo mette in discussione Cbam e target climatici
In un position paper chiede che «le politiche climatiche non portino alla deindustrializzazione»
21 gennaio 2025 Translated by Deepl
I leader del Partito popolare europeo, il gruppo politico maggiormente rappresentato al Parlamento europeo, da cui proviene la presidente von der Leyen, si sono trovati a Berlino la scorsa settimana e hanno pubblicato un position paper che ha sollevato preoccupazioni riguardo al calo di competitività europeo dovuto all’eccesso di regolamentazione e agli ambiziosi target climatici definiti.
Nel paper il Ppe ha fatto esplicito riferimento al Cbam, chiedendo che il meccanismo di reportistica venga messo in stand-by per due anni. Il documento chiede che questo venga rimodellato per diventare effettivo per le aziende con più di 1.000 dipendenti, limitando l’impatto sulle piccole e medie imprese già oberate dalla burocrazia.
Una buona parte del documento pubblicato si è anche concentrata sui target climatici dell’Europa. «Nell'attuare (le politiche climatiche, ndr) dobbiamo assicurarci che non portino alla deindustrializzazione. Se la politica climatica diventerà un ostacolo per la competitività e la crescita, non solo non avrà il sostegno dei cittadini europei, ma rischierà anche di aumentare le emissioni globali perché i prodotti saranno fabbricati in altre regioni del mondo con emissioni più elevate» ha spiegato il Ppe.
In questo contesto, il Ppe ha chiesto che venga trovata una soluzione per il settore dell'automotive, in modo da evitare il sistema di multe che scatterà per chi non raggiunge i targets 2025.
Sul fronte dell’energia, infine, il documento sottolinea che l’Europa ha costi dell’elettricità 2-3 volte superiori agli Usa. Per fare fronte a questo problema sarebbe necessario supportare tutte le soluzioni tecnologiche in Europa, inclusi le rinnovabili e il nucleare, lasciando libertà ai Paesi membri di decidere quale tecnologia utilizzare per raggiungere i target climatici, senza però dare obblighi sulle rinnovabili.
«Se vogliamo che l'Ue crei nuova crescita e nuovi posti di lavoro, la Commissione europea, ma anche il Parlamento europeo, il Consiglio e le autorità nazionali e locali devono dar prova di autocontrollo nei confronti di qualsiasi nuova regolamentazione. Ciò richiede una nuova mentalità. Non tutte le buone idee devono essere tradotte in legge: l'Ue dovrebbe concentrarsi sulle grandi questioni invece di regolamentare ogni settore della vita delle persone. Questa è la strada da seguire per garantire che la storia di successo dell'Ue degli ultimi decenni continui a essere un successo in futuro» ha concluso il Ppe.
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