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Inaugurato a Brescia il "Mondo d'acciaio" di Emilio Isgrò

L'opera è stata donata alla città dall'artista stesso e da Feralpi Group

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BRESCIAUn grande mappamondo d'acciaio, del diametro di 4 metri e del peso di 7200 kg, può essere ammirato da oggi nel Parco archeologico di Brescia romana, la più vasta area archeologica urbana dell'Italia settentrionale, nonché patrimonio Unesco. L'opera, donata alla città da Emilio Isgrò insieme con Feralpi Group, è intitolata "Mondo d'acciaio" e rappresenta l'esito finale della mostra dedicata all'artista siciliano, "Isgrò cancella Brixia", inaugurata con l'installazione "Incancellabile Vittoria" presso la Stazione FS della metropolitana di Brescia. È inoltre l'eredità materiale che Fondazione Brescia Musei lascia alla città per la Capitale italiana della Cultura 2023. 

Il globo terracqueo è fissato al terreno mediante l'asse terrestre, dal quale si dirama la rete dei paralleli e dei meridiani. Sulle superfici opache che delimitano i vari continenti, Isgrò è intervenuto cancellando i nomi delle nazioni e delle città ad esclusione di "Brixia", nome latino di Brescia. Con la sua opera, il maestro intende omaggiare le radici romane della città ed elogiarne la forte valenza di comunità culturale e civile. L'enorme mappamondo è stato realizzato grazie al know-how ingegneristico di Feralpi Group, nell'ambito di un innovativo progetto di mecenatismo culturale dell'azienda di Lonato del Garda. «La famiglia Pasini e Feralpi Group hanno consentito che la più alta forma di mecenatismo artistico possa essere messa a disposizione della cittadinanza e del pubblico e possa diventare, da valore collezionistico individuale, un valore civico collettivo – ha affermato Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei, durante l'evento di presentazione del "Mondo d'acciaio" –. Una dimostrazione di grande visionarietà per un gruppo che da anni è vicino alle nostre attività culturali con lo stesso entusiasmo che il nostro maestro Isgrò ha dimostrato dal punto di vista artistico e creativo». 

«Dobbiamo essere orgogliosi del risultato raggiunto, un simbolo che ben rappresenta le capacità imprenditoriali e professionali del territorio bresciano e non solo» ha commentato Giovanni Pasini, consigliere delegato di Feralpi Group. L'opera, a chiusura dell'anno di Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura, «avvalora la simbiosi esistente tra Brescia città d'arte e Brescia città d'industria; arricchisce una città con 2000 anni di storia e arte alle spalle di una grande opera moderna; rinsalda il legame tra la cultura manifatturiera di questo territorio e la comunità, nella convinzione che l'economia crea lavoro e benessere che sono fondamentali per produrre cultura e bellezza». Ancora, «attraverso un mondo cancellato, mette in discussione costruttiva una realtà che non è quella che vorremmo ma che possiamo impegnarci tutti a rigenerare, per esempio attraverso le azioni che sono state decise dai tanti stati che hanno appena partecipato alla COP28 di Dubai; ma anche con le azioni che tutti possiamo mettere in atto a vari livelli. Noi come Feralpi Group abbiamo messo in campo una strategia ESG che prevede un forte impegno umano e finanziario in tema di decarbonizzazione della nostra attività e che nell'ambito sociale concepisce l'azienda come una patrimonio della collettività e restituisce valore anche sotto forma di iniziative culturali».

Oltre al Gruppo Feralpi, incaricato del coordinamento generale, hanno contribuito alla realizzazione dell'opera lo studio tecnico Turotti (coordinamento tecnico), Bottega del Ferro di Bianchetti Pierfilippo (ditta realizzatrice dell'opera), lo studio di progettazione Ing. Bonezzi (relazione di calcolo, dimensionamento del basamento), Ilmec di Boselli S.r.l. (fornitore delle lamiere tagliate a laser per l'ossatura del mappamondo), Tipografia Ciessegrafica (realizzatrice di dime in PVC per agevolare il taglio dei continenti), Tecnofondi S.p.A. (fornitore delle lamiere curve) e Bertoli Costruzioni (realizzazione basamento di fondazione). 

Nella foto, da sinistra: Stefano Karadjov (direttore Fondazione Brescia Musei), Marco Bazzini (curatore del progetto "Isgrò cancella Brixia"), Cesare Pasini (vicepresidente Feralpi Group), Giuseppe Pasini (presidente Feralpi Group), Francesca Bazoli (presidente Fondazione Brescia Musei), Emilio Isgrò (artista), Laura Castelletti (sindaca di Brescia), Giovanni Pasini (consigliere delegato Feralpi Group), Maria Giulia Pasini (consigliere Feralpi Group) e Isabella Manfredi (direttore Sostenibilità e Relazioni esterne Feralpi Group).


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