24 giugno 2020
Era, e resta, uno dei temi su cui si focalizza l’attenzione del mondo siderurgico italiano e la firma dell’accordo di programma che proverà a dare un futuro all’area su cui operava l’altoforno della Ferriera di Servola, a Trieste, rappresenta un passaggio decisamente importante.
Nell’accordo di programma – siglato dal gruppo Arvedi, da Icop-Plt (Piattaforma Logistica Trieste) e le parti pubbliche – è previsto di far sorgere un polo logistico e di dar vita ad un vasto progetto di riconversione industriale e di sviluppo produttivo dell’area con oltre 400 occupati, puntando sull’attività siderurgica “a freddo”, che sarà gestita dal gruppo Arvedi, e su una piattaforma logistica collegata gestita da Icop-Plt che si avvarrà anche di un nuovo snodo ferroviario e dall’ampliamento della banchina portuale.
Le parti pubbliche firmatarie dell’accordo sono i ministeri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente, delle Infrastrutture e Trasporti, l’Agenzia Nazionale per le politiche attive del Lavoro, l’Agenzia del Demanio, l’Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico orientale, la Regione Friuli-Venezia Giulia e il Comune di Trieste.
Nei giorni scorsi, il ministro dello Sviluppo Economico aveva coordinato un incontro nel corso del quale aveva comunicato di aver ricevuto dall’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono la disponibilità del gruppo, anche coinvolgendo aziende fornitrici, ad assorbire lavoratori in esubero rispetto alle attività previste dal piano di chiusura dell’area a caldo della Ferriera.
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