17 marzo 2020
Al termine dei due incontri di ieri, dopo quanto previsto inizialmente nei giorni scorsi, ArcelorMittal Italia e sindacati, Fiom, Fin, Uilm, Usb, Ugl, hanno deciso di perseguire la strada della riduzione dei volumi produttivi, che comporteranno una presenza della forza lavoro necessaria pari a circa 3.800 lavoratori, dunque meno del 50% dei diretti attualmente in forza.
In settimana ci sarà la fermata dell’altoforno 2 e contestualmente si fermerà l’acciaieria 1. Il Treno Nastri 1 non ripartirà e si procederà alla fermata del Treno Lamiere. Per il reparto Finitura Nastri ci sarà una riduzione dei turni da 15 a 10, mentre sempre da oggi ci sarà la fermata totale del Laminatoio a freddo (LAF).
Le attività di Officina vedranno l’applicazione della cassa integrazione del 30% del personale, mentre il restante è stato diviso in squadre che si alterneranno in turni avvicendati in base alle esigenze impiantistiche. Confermata la riduzione del 25% del personale nell’area Manutenzioni. Saranno invece 300 gli addetti impiegati attraverso attività di smart working.
Altri due dati importanti: oltre mille i certificati di malattia (tra i 5 e i 10 giorni) presentati dai lavoratori In questi giorni. Mentre la produzione di ghisa giornaliera è quasi ai minimi storici: appena 8,5 mila tonnellate.
Non è stata esclusa la possibilità di una fermata totale del siderurgico.
Previsto inoltre l’arrivo di migliaia di mascherine protettive nelle prossime settimane, così come l’implementazione degli appalti per quanto riguarda le pulizie e la santificazione dei vari reparti. Incrementato il numero degli autobus per il trasporto dei lavoratori onde evitare assembramenti.
ArcelorMittal invierà a tutte le aziende di appalto/subappalto un comunicato attraverso il quale chiede il rispetto dei protocolli con previsione di inibizione all’ingresso in caso di violazioni dello stesso.
Il prossimo incontro tra le parti è previsto per domani.
14 marzo 2025
Nuova edizione del siderweb TG. Credits: archivio siderweb; World Steel Association; European Commission.
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