22 maggio 2015
Lucefin è un gruppo che opera dal 1973 nella lavorazione e nella commercializzazione di acciai speciali, inossidabili, al carbonio, altolegati. Due aziende in Val Camonica (Bs), la Tre Valli Acciai che produce barre tonde in acciaio trafilate, pelate e rettificate, e la Trafilix, specializzata invece nella lavorazione a freddo di profilati piatti. L’altro stabilimento italiano è a San Colombano a Lambro, la Trafitec, dal quale escono rotoli tondi trafilati, barre tonde, quadrate ed esagonali. Avamposto in Europa la Trafil Czech, nella Repubblica Ceca, che produce trafilati tondi comuni.
Al vicepresidente del gruppo bresciano, Giorgio Buzzi, chiediamo qualche anticipazione a Siderweb sull’andamento del bilancio 2014 che sarà chiuso a giugno.
«Nel 2014 siamo tornati ai livelli produttivi che si sono registrati nel 2011, in netta ripresa sull’anno precedente. Chiuderemo con un consolidato di 220 milioni. Ma, ciò che è più interessante, nel primo quadrimestre di quest’anno abbiamo avuto un incremento dei volumi del 5,5%, anche se i margini sono sempre bassi».
Avete sofferto molto i bassi prezzi di vendita?
«Operando in settori di nicchia e di alta qualità, per fortuna abbiamo risentito meno della riduzione di margini e qualcosa abbiamo recuperato. Inoltre abbiamo scelto di concentrarci soltanto nella siderurgia, rafforzando la nostra rete commerciale e riammodernando gli impianti, abbandonando l’attività nel settore logistica».
Qual è in questo momento l’andamento generale del mercato dell’acciaio?
«I prodotti piatti sono in forte ripresa. Hanno ripreso a tirare settori utilizzatori come la meccanica, l’edilizia specializzata e l'automotive».
La crisi è superata?
«Dal punto di vista della produzione sembrerebbe di sì. Dobbiamo vedere se la crisi finanziaria riserverà ancora effetti negativi sulle aziende».
Come avete reagito in questi anni non felici per l’acciaio?
«Migliorando l’organizzazione del lavoro nelle nostre aziende e investendo di continuo per il revamping degli impianti. Rimanere fuori da questa logica ha come conseguenza la perdita di mercato. Chi non innova muore. Oggi molte acciaierie vogliono fare prodotti di qualità, che però non si può improvvisare».
Avete raggiunto utili soddisfacenti nel 2014?
«Tutte le nostre aziende chiudono in positivo. Salvo singole eccezioni, è così da diverso tempo. La chiave è l’integrazione che abbiamo realizzato tra la produzione e l’organizzazione commerciale estesa in tutta Europa. Il 60% del nostro fatturato è realizzato dalle attività all’estero e il 40% in Italia, di cui il 70% realizzato con le vendite che facciamo alle aziende di distribuzione del gruppo. Questo è un vantaggio che ci permette margini maggiori».
30 aprile 2025
L'intervista a Simone Pavan, Technical and Marketing manager ifm electronic, che dal 6 all'8 maggio parteciperà a Made in Steel.
Lascia un Commento