14 maggio 2015
Questa volta un piano industriale c’è per l’ex Lucchini. Cevital ha presentato oggi pomeriggio al ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi un documento di oltre cento pagine, correlato da un cronoprogramma degli investimenti e da un businnes plan che comprende anche la parte logistica e agroalimentare delle attività che gli algerini intendono sviluppare a Piombino. «Cevital investirà 700 milioni entro il 2018», si conferma in un comunicato ufficiale del ministero. A parte i dettagli forniti oggi, per la parte siderurgia il piano non si discosta dalle linee già annunciate. Il primo intervento, subito dopo la data della firma del contratto d’acquisto, prevista prima del 31 maggio, sarà quello per rendere più efficienti i laminatoi, che gli algerini reputano funzionanti al 50% delle loro capacità, con un investimento d 17,5 milioni. A questo proposito il patron di Cevital Issad Rebrab, assistito oggi anche da Adriano Zambon scelto per guidare la nuova Aferpi, ha garantito di aver raggiunto accordi per la fornitura di blumi e billette con produttori italiani, europei e indiani. La prima fase della vera ristrutturazione dello stabilimento scatterà a giugno, con l’ordine del primo forno elettrico da un milione di tonnellate, per il quale si prevende un costo di 115 milioni. L’impianto dovrebbe entrare in funzione entro la fine del 2016 insieme a due colate continue. Subito dopo si aprirà la seconda fase con la costruzione di un secondo forno e di un nuovo treno di laminazione per rotaie e travi, che affiancherà e non sostituirà quello esistente, e di una terza colata continua, per il quale si prevede un investimento di altri 160 milioni. In contemporanea all’inizio dei lavori per i nuovi impianti sarà avviata la demolizione del vecchio altoforno e dell’acciaieria. Maggiori dettagli rispetto al passato sono stati offerti dagli algerini sulla parte logistica e agroindustriale. Confermati gli accordi con i cinesi della Chec (China Harbour Engineering Company) per la realizzazione di nuove banchine nel porto di Piombino che porteranno verosimilmente una spesa di non meno di 150 milioni, e con i giapponesi della Mitsui per la parte agroindustriale e la logistica. Gli algerini intendono realizzare a Piombino impianti per la triturazione e il trattamento di cereali, una raffineria di oli vegetali a fini alimentari, uno zuccherificio (da canna) e un grande deposito per lo stoccaggio e la distribuzione di succhi di frutta. Notevole la quantità di merci (circa 7 milioni all’anno) che si prevede di far transitare da porto. Già previsto per giovedì 21 un nuovo incontro per definire gli aspetti legati al costo dell’energia, che gli algerini chiedono almeno parificata con i prezzi praticati all’industria siderurgica del Nord, e sulle bonifiche. Subito dopo ci sarà il confronto con i sindacati sulle condizioni economiche e normative dei lavoratori ex Lucchini che passeranno alla nuova azienda. Cevital si è impegnata già a riassumere i 2160 lavoratori nelle varie attività del gruppo. 1200 dovrebbero essere riassorbititi subito nell’Aferpi, ricorrendo agli ammortizzatori sociali (fino al novembre 2016 con la gestione dell’amministrazione straordinaria Lucchini), per il resto del personale. Alla fine del progetto di investimenti, da dispiegare nel corso di 3-5 anni, Cevital sostiene di poter creare mille posti di lavoro in più rispetto a quelli impiegati dall’ex Lucchini L’accordo definitivo con i sindacati condiziona a questo punto anche la data della firma del contratto definitivo d’acquisto. Se il 21 si raggiungesse un'intesa in sede nazionale, la firma del contratto potrebbe avvenire prima del previsto.
Giorgio Pasquinucci
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