10 settembre 2013
È con profonda tristezza e commozione che mi accingo a ricordare una figura che ha segnato non solo la mia vita professionale ma anche umana. Gli incontri con lui avevamo su di me un effetto straordinario: mi ricaricavano di energia, di entusiasmo e di voglia di fare. Era una persona di quelle che mi piace definire dei «Perché no?»: sapeva sognare ed agire, raggiungendo sempre quello che ad altri sembra inarrivabile. Quando gli chiedevo qual’era il segreto del suo successo mi rispondeva sempre «L’ambizione, che deve essere la molla per intraprendere qualsiasi attività. Anche se – aggiungeva - non bisogna mai dimenticare l’umiltà». Mi colpiva molto il rapporto che lo legava ai suoi dipendenti e la venerazione con cui essi lo ricambiavano. Vorrei ricordare soprattutto due eventi, legati alla figura di Steno, tra i tanti, che mi sono particolarmente cari.
La prima riguarda la sua “personalissima” Lectio Doctoralis in occasione del conferimento della Laura Honoris Causa in Ingegneria dei Metalli presso il Politecnico di Milano del dicembre 2002. Iniziò seguendo un po’ impacciato la traccia cha aveva preparato. Abbandonò però quasi subito e con un gesto liberatorio quei fogli per iniziare con trasporto a declamare la “sua” Lectio. Raccontò la storia della sua vita, le sue ambizioni, le sue sfide, i suoi progetti realizzati. Una storia che, seppure conosciuta e sentita molte volte, mi affascinava sempre per la passione che Steno sapeva trasmettere. Nella stessa occasione si laureava in ingegneria chimica anche l’attuale presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che lesse in modo professionale la sua Lectio ma non riuscì a competere con la grande capacità comunicativa di Steno (e, scherzando, lui stesso si lamentò del fatto di essere stato messo a confronto e sovrastato dal cavaliere di Gazoldo).
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Steno Marcegaglia durante il conferimento della Laura Honoris Causa |
La seconda riguarda la sua presenza al convegno «Quale futuro per la distribuzione di acciaio» del 19 novembre 2004. Mi presentai con un collare in quanto ero reduce da un pauroso incidente stradale avvenuto pochi giorni prima. Introdussi il convegno con un’immagine della mia BMW X5 completamente distrutta scherzando sul fatto che, mentre pensavo al futuro della distribuzione, mi ero dimenticato del presente (rappresentato da un autocarro fermo). Steno Marcegaglia, seduto in prima fila, si alzò e rivolgendosi al pubblico chiese un applauso che mi commosse. E al termine del convegno mi abbracciò.
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Steno Marcegaglia seduto in prima fila durante il convegno nel 2004 |
Vorrei ora ricambiare quell’abbraccio con quella povertà disarmata che non permette mai di riuscire a consolare pienamente le persone che rimangono.
Arrivederci Steno!
Redazione siderweb
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