16 ottobre 2013
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30 aprile 2025
L'intervista a Simone Pavan, Technical and Marketing manager ifm electronic, che dal 6 all'8 maggio parteciperà a Made in Steel.
Leonardo da Vinci
La ripresa arriverà nel 2015... Così parlò Zaratustra. Tosini, hai imparato dai politici? La ripresa ce la dobbiamo costruire noi! Ha ragione Polotti: basta con il politically correct! Vi ho visti tutti rassegnati, e questo è quello che fa più male: se gli imprenditori dell'acciaio perdono la voglia di combattere la fine dell'Italia come paese industriale è molto vicina. Ci vuole un nuovo piano Marshall, dobbiamo chiedere deroghe pesanti al Fiscal Compact per un periodo minimo di 5 anni per spese di investimento. Si deve tagliare il cuneo fiscale portandolo da subito al livello medio europeo, lasciando i soldi in tasca ai consumatori, perché senza domanda non c'è mercato, e senza mercato non si investe e non si crea nuova occupazione.
Gianfranco Tosini (Siderweb)
Non sono Zaratustra né il mago Otelma, ma resto convinto che nel 2015 si rafforzeranno i segnali di ripresa che progressivamente si evidenzieranno nel 2014. Questo non significa che tutti i settori la sentiranno nella stessa maniera e, all'interno di uno stesso settore, ci saranno imprese che ne beneficeranno più di altre, in funzione del loro posizionamento sul mercato. E' evidente che i settori e le imprese maggiormente dipendenti dalla domanda interna e/o con prodotti più esposti alla competitività di prezzo da parte dei paesi emergenti la sentiranno di meno. D'altra parte la situazione attuale rispecchia questa dicotomia: ci sono imprese, anche del settore siderurgico, che in presenza di una domanda stagnante sono riuscite ad aumentare i propri fatturati e a rimanere su livelli di redditività soddisfacenti, altre invece che hanno subito forti contrazioni di fatturato e un calo sensibile della redditività. Alla base di queste differenze ci sono ovviamente posizionamenti diversi in termini di specializzazione produttiva e di mercati di sbocco. Sperare che nei prossimi anni si possa crescere tutti puntando sulla riduzione dei vincoli di bilancio, su riduzioni della tassazione e del cuneo fiscale per riportarci ai livelli dei paesi più virtuosi e varare fantomatici Piani Marshall mi sembra una pia illusione. La riduzione dei vincoli di bilancio presuppone la condivisione da parte degli altri partner comunitari dei nostri problemi e delle terapie di intervento da noi proposte alternative a quelle che loro ci hanno imposto. In assenza di questa condivisione di obiettivi e strategie di intervento, l'alternativa è l'abbattimento del debito pubblico e questo lo si può ottenere in tempi brevi solo rinegoziando tale debito con i creditori (consolidamento del debito). Questo intervento, ammesso che i creditori siano d'accordo, ridurrebbe l'onere del debito lasciando spazio per una riduzione significativa della tassazione e del cuneo fiscale e per il rilancio della domanda interna. Che questo rilancio corrisponda ad un Piano Marshall ne dubito perché il suddetto Piano ai tempi vide l'intervento massiccio e determinante degli Stati Uniti. Considerato che in questo momento gli Stati Uniti devono pensare a salvare se stessi, non vedo chi potrebbero essere i "cavalieri bianchi" disposti ad aiutarci. Quello che vedo aggirarsi sull'Italia sono purtroppo dei "corvi neri" pronti ad aggredire una preda ormai allo stremo e debilitata al punto di non vedere che il mondo continua a crescere nonostante le difficoltà.
Leonardo da Vinci
Grazie per la risposta. Lei mi onora. Il consolidamento del debito, tesi sostenuta tra altri dal Prof. Savona, sarebbe la via più onesta per ammettere che un rientro verso il 60% debito/pil in vent'anni, come previsto dal Fiscal Compact, non sia assolutamente ipotizzabile in tempi di recessione. Il parlamento Europeo, proprio in questi giorni sta valutando opportune deroghe per investimenti pubblici in infrastrutture e innovazione. Le dico la mia: taglio serio delle spese correnti, riportandole da subito a livello 2011, e nell'arco di 5 anni a livello benchmark medio europeo. Ricalcolo delle pensioni "retributive" sopra i 3.500 euro netti/mese con il sistema "contributivo" (risparmio minimo strutturale 7 Miliardi/anno). Dimezzamento da subito di tutti i compensi per organi rappresentativi dello Stato, delle Regioni, delle Provincie e dei Comuni (1,5 Miliardi di risparmio strutturale). Emissione di 100 Miliardi di euro di titoli riservati da collocare, anche forzosamente, se del caso, presso le Banche Italiane. I proventi, affidati alla gestione commissariale di persona di onestà cristallina (Enrico Bondi?)destinati a finanziare il taglio del cuneo fiscale e contributivo per portarlo immediatamente a livello medio europeo e forti agevolazioni agli investimenti. E con l'Europa ci parliamo, non da servi tremabondi, ma da Padri della Cultura, dell'Arte e della Storia (come Grecia, Francia e Spagna). Insomma, occorrono attributi e visione, non fine tuning che invece non farebbe altro che accompagnarci una dolce morte.