5 giugno 2014
Milano – La parola d’ordine per l’industria manifatturiera europea è valore aggiunto. Solo incrementando questa componente, e puntando sulla competitività, il manifatturiero continentale si assicurerà un ruolo di primaria importanza anche nei prossimi anni. Lo ha detto durante Industria & Acciaio 2030 Giorgio Barba Navaretti (Professore ordinario di Economia politica Università degli Studi di Milano), chiamato da Siderweb a delineare l’evoluzione dell’industria nel prossimo quindicennio.
L’analisi di Barba Navaretti parte dagli anni ’70, periodo nel quale «è iniziata una redistribuzione del valore aggiunto, con un incremento dell’incidenza dei servizi rispetto all’industria. Questo, però, non è stato un gioco a somma zero, ma si è verificato contemporaneamente anche un aumento del valore aggiunto industriale». A livello geografico «l’Asia è cresciuta in maniera molto evidente, nonostante un valore aggiunto per addetto ancora molto basso, vicino al livello africano. Viene quindi da chiedersi quanto della crescita asiatica sia dovuta all’aumento dei lavoratori e quanto a quello della produttività». La risposta emerge dalle slide di Barba Navaretti, ed è la prima: «nell’ultimo decennio, quello dominato dalla Cina, la componente principale della crescita asiatica del valore aggiunto è l’aumento dell’occupazione, mentre quello della produttività ha un ruolo marginale». E sta proprio nel gap di produttività l’ “asso” che possono ancora giocarsi l’industria americana ed europea. «La produttività asiatica, come detto, è ancora bassa. Il trasferimento delle attività fondato solo sul basso costo del lavoro ormai è al tramonto: la partita vera si giocherà sul valore aggiunto». Inoltre, le catene del valore, ad oggi e in futuro, «si strutturano più a livello regionale che globale». Ciò fa immaginare che nel prossimo futuro «emergano tre industrie a livello mondiale: quella europea, quella americana e quella asiatica. Ognuna di esse avrà la gran parte della filiera all’interno della propria regione ed ognuna di esse riuscirà a rimanere sul mercato». I mercati, quindi, saranno divisi tra questi tre colossi, e la concorrenza passerà soprattutto sul valore aggiunto. «La parola d’ordine – ha concluso Barba Navaretti – sarà quindi sempre più valore aggiunto».
Stefano Ferrari
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