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Agosto: le idee non vanno in vacanza

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Agosto ė il mese nel quale, lontani dalla stressante operatività quotidiana, riusciamo a leggere la realtà con occhi nuovi e più rilassati. E il pensiero, come la lingua che batte sempre dove il dente duole, torna su un punto, sul dilemma che ci tormenta dall'estate del 2008: cosa dobbiamo fare per uscire da questo lungo tunnel della crisi che sembra non debba mai aver fine?  
Assodato che questa non è una crisi come le altre ma è LA CRISI e che dovremo imparare a convivere con tante altre e nuove CRISI, la risposta ė sempre la stessa. Il nuovo scenario globale esige una nuova sceneggiatura la quale richiede a sua volta che gli attori principali (siano esse Stati, imprese o persone comuni) cambino il loro modo di pensare e di agire. Un cambiamento che può essere sintetizzato con un temine un po' inflazionato: innovazione. Parliamo, infatti, tanto di innovazione ma ne facciamo poca. Generalmente viviamo in ambienti che tendono più alla conservazione che all'innovazione. Le ragioni sono tante: siamo poco disponibili a coinvolgere ed ascoltare i giovani (perché diamo più valore all'esperienza che alla fantasia), non incoraggiamo il rischio e tendiamo a stigmatizzare il fallimento (senza riflettere che spesso è nella capacità di reagire alle sconfitte che si cresce), siamo focalizzati eccessivamente sulla specializzazione (dimenticandoci che spesso nuove idee nascono dalla connessione di più discipline, dalla contaminazione di generi diversi, da un approccio interdisciplinare), e così via.
L'innovazione nasce da una visione del futuro, da una capacità/volontà di guardare le cose oltre gli schemi del passato e dell'oggi per immaginare quello che ancora non c'è. Avere una visione del futuro ė una condizione necessaria, ma non ancora sufficiente. Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo idee: innovare e produrre cambiamento richiede che le idee visionarie siano realizzate con coraggio, impegno, fatica, forza d'animo. E' solo dal protagonismo dell'impresa (anzi dell'imprenditore, secondo la corretta interpretazione dell'economista-imprenditore Schumpeter) che l'economia riprenderà a crescere. Ma senza uno Stato che crei un contesto e favorisca l'innovazione investendo massicciamente in Formazione e Ricerca & Sviluppo sarà difficile per le imprese ottenere risultati tangibili. Ed i dati sulla (mancata) crescita nel primo semestre, pubblicati di recente dall'ISTAT, sono spietati nel fotografare un'economia italiana ancora al palo.
Basti riflettere su un dato: i paesi più colpiti dalla crisi sono quelli, guarda caso, che hanno investito meno in R & S e si chiamano Grecia, Spagna, Portogallo e ....Italia.
Sono alcuni pensieri d'agosto, mese nel quale le idee ed i cervelli non vanno in vacanza!

A proposito: a settembre partiranno i tavoli su:
Innovazione
Sostenibilità
Logistica e distribuzione
nell 'ambito del progetto "Industria & Acciaio 2030", i cui risultati saranno presentati a maggio 2015, in occasione di "Made in Steel".

Se avete suggerimenti, proposte o semplici "idee visionarie", fatevi sentire.

 

Buon rientro!
 


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