Acciaio: per il 2026 atteso cauto rialzo di domanda e prezzi
A MERCATO & DINTORNI, con gli analisti di siderweb, un bilancio del 2025 e le aspettative per il prossimo anno
10 dicembre 2025
Nell’ultimo appuntamento dell’anno con MERCATO & DINTORNI, dal titolo “2025 ai titoli di coda. Le attese per il 2026”, gli esperti di siderweb hanno analizzato i trend internazionali e nazionali dei prezzi delle materie prime e dei prodotti finiti, ponendo le basi per discutere le attese del mercato per la prima parte del 2026.
Import/export
Nel 2025 ci sono segnali di una sostituzione della produzione primaria con la laminazione, ha detto Arianna Ducoli (Ufficio Studi siderweb) guardando alle importazioni dai Paesi extra-Ue in Europa che mostrano una lieve contrazione di circa 400.000 tonnellate, con un calo delle materie prime (-11%) e un aumento dei semilavorati. In crescita anche i prodotti lunghi (+800.000 tonnellate), mentre piani a -3% e tubi stabili.
Per l’export Ue, le materie prime aumentano, mentre i semilavorati calano. I lunghi subiscono un forte calo delle esportazioni, in linea con l’aumento delle importazioni, e i piani registrano una flessione più contenuta.
La bilancia commerciale europea resta quasi invariata: solo 250.000 tonnellate di differenza tra 2014 e 2025 su un totale di 11 milioni. Cresce però la posizione Ue come esportatore netto di rottame e importatore di semilavorati, confermando una dinamica produttiva in cui si cola di meno e lamina di più. I lunghi passano da equilibrio a deficit di 1,5 milioni di tonnellate, i piani mostrano variazioni minori e i tubi restano stabili.
Focalizzandosi sull’Italia, nei primi otto mesi del 2025 si nota un calo delle esportazioni di semilavorati e di rottame, mentre i prodotti finiti tengono nonostante la flessione dei consumi. Sul piano commerciale, la Germania si conferma principale partner in quasi tutte le categorie, mentre la Cina è il primo fornitore di semilavorati e la Turchia è il principale acquirente di rottame.
Domanda
«Stiamo attraversando un periodo storico caratterizzato da una bassa crescita economica, ma alcuni segnali fanno riporre nel 2026 le speranze di una, seppur debole, ripresa». Queste, in estrema sintesi, le indicazioni e le prospettive analizzate da Stefano Ferrari (responsabile Ufficio Studi siderweb) nel suo intervento. Analizzando le principali previsioni macroeconomiche, la crescita a livello mondiale dovrebbe attestarsi attorno ad un +3% per i prossimi tre anni, ovvero ad un tasso tra i più bassi degli ultimi vent’anni. La stessa tendenza dovrebbe essere registrata anche dall’Unione europea che «crescerà di qualche punto percentuale al di sopra del’1%», mentre l’Italia «si posizionerà ad un livello inferiore al +1%».
Il comparto siderurgico, secondo le previsioni della World Steel Association, dovrebbe «aver toccato il fondo quest’anno e, pertanto, nel 2026 dovrebbe esserci un miglioramento del consumo di acciaio attorno al +1,3%». A sostenere questo rialzo saranno soprattutto i Paesi asiatici e africani, ovvero «India, Vietnam, Egitto e Arabia Saudita», ha evidenziato l’analista di siderweb. Guardando all’Europa, nel 2025 Eurofer intravede «sia il consumo apparente (-2,1%) che reale (-0,2%) in calo per il quarto anno consecutivo», ma nel 2026 «entrambi dovrebbero tornare a crescere, rispettivamente al +1,1% e del 3%». In questo senso, nei prossimi mesi dovremmo assistere ad una ripresa «per tutti i settori utilizzatori europei, mentre quest’anno chiuderanno in frenata i principali comparti a valle della filiera, soprattutto l’automotive (-3,8%), nei beni in metallo (-0,6%) e nell’ingegneria meccanica (-1%), mentre l’edilizia dovrebbe restare ferma». Anche per i settori manifatturieri italiani il 2025 rappresenterà un anno di regressione e lo stesso il 2026. Dunque, le speranze restano aggrappate al possibile rimbalzo a livello economico il prossimo anno e alla ripresa degli investimenti, in particolare quelli pubblici legati al Pnrr, con un comparto delle costruzioni previsto in crescita del +3,4%».
Mercati globali
«Il mercato siderurgico europeo mostra segnali di ripresa, ma più contenuta del previsto». Secondo l’analisi di Emanuele Norsa (responsabile contenuti siderweb), le aspettative di un rialzo più deciso dei prezzi in vista dell’entrata in vigore del Cbam e delle nuove misure di salvaguardia non si sono concretizzate, delineando un quadro di crescita prudente e di stabilizzazione dei valori.
Guardando alle materie prime siderurgiche, il minerale di ferro sembra aver raggiunto un punto di equilibrio nel 2025. Un trend che dovrebbe proseguire nell’anno nuovo secondo le stime di analisti e produttori. La minor volatilità, ha detto Norsa, rappresenta un segnale positivo per gli operatori, che possono ora contare su maggior prevedibilità nei budget.
Anche per il rottame, sempre più centrale nei processi di decarbonizzazione, la volatilità si è appiattita, e le quotazioni di Turchia e Italia mostrano andamenti simili. Per il 2026 l’outlook è di un rialzo contenuto di 10-20 dollari la tonnellata, secondo le indicazioni del London Metal Exchange.
Passando ai prodotti finiti, il mercato dei piani ha toccato il fondo nell’estate 2025 e mostra ora una ripresa graduale, seppur inferiore alle attese. In Italia l’andamento è positivo, anche se la lamiera da treno resta in sofferenza, mentre i coils laminati a caldo (HRC) si muovono in linea con i trend internazionali.
Diversa la situazione per i prodotti lunghi, ancora in calo costante. Tuttavia, con la ripresa del rottame e dei piani, anche i lunghi dovrebbero trovare spinta. Secondo i dati di siderweb, tondo e rete mostrano già i primi segnali positivi, mentre travi e laminati restano in ritardo, penalizzati dalla debolezza della domanda. Guardando alla marginalità, dopo il boom del 2021-2022, i margini si sono fortemente compressi. Il tondo italiano, in particolare, ha perso più valore rispetto ad altri mercati dal 2022, rendendo necessario un riallineamento dei prezzi per recuperare competitività.

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