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Rottame: «Nel 2025 prezzi in lenta e inesorabile discesa»

Andrea Beltrame (AFV Beltrame): «È la nostra miniera e dobbiamo proteggerla a livello Ue»

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Un anno caratterizzato da una «discesa lenta e inesorabile dei prezzi del rottame che non aiuta nessuno, né chi vende né chi compra». Questo, in sintesi, il quadro tracciato da Andrea Beltrame (country Coo AFV Beltrame & Group scrap purchasing manager), intervistato da Stefano Ferrari (siderweb) durante il webinar di siderweb MERCATO & DINTORNI dal titolo “Focus rottame e minerale ferroso”, per descrivere l’andamento fino a questo momento del mercato della principale materia prima dell’elettrosiderurgia.

I primi dieci mesi del 2025, come ricordato da Beltrame, hanno vissuto tre momenti: «L’anno è partito con un aumento dei prezzi del rottame e dei prodotti finiti, che avevano fatto intravedere prospettive positive, ma questa spinta si è esaurita già alla fine del primo quadrimestre. Dopodiché, abbiamo assistito a tre-quattro mesi di raffreddamento e di sostanziale stabilità, quindi c’è stato un crollo inaspettato al rientro dalla pausa estiva, tra agosto e settembre». Il mercato italiano, in questi dieci mesi, è stato «aiutato dal minor flusso di rottame diretto all’estero, in particolare in Turchia, e dalla buona disponibilità di materiali d’importazione sia via nave sia dal resto d’Europa a prezzi competitivi, con una riduzione della forbice classica tra il rottame dell’Est e quello italiano, ora ai minimi storici. Inoltre, sta continuando il trend di un sempre minor delta tra il rottame di bassa qualità e i rottami di maggiore qualità, in linea con ciò che accade sul mercato turco, con una differenza che è rimasta inferiore ai classici 50 euro», ha continuato. Accanto a tutto questo, rispetto agli anni passati, «seppur quest’anno si stia dimostrando difficile per tutti i segmenti della filiera, abbiamo assistito ad una certa stabilità di prezzo, ovvero non abbiamo assistito agli scossoni di +50/-50€ che ci sono stati, per esempio, due anni fa. E questa è l’unica cosa positiva, se così la possiamo definire, di questi mesi».

Per i prossimi mesi le attese sono di Andrea Beltrame sono di «stabilità, perché è veramente difficile fare previsioni. E lo è soprattutto in un anno come questo, caratterizzato dalle attese per la piena attuazione del Cbam a partire da gennaio». Il meccanismo, infatti, «avrà un effetto enorme sul comparto siderurgico. Ad oggi, ha portato ad una corsa speculativa di semiprodotti, come billette e bramme, e di sottoprodotti del minerale, ovvero ghisa e Hbi, che ha causato indirettamente una minor produzione primaria dai forni elettrici italiani e, quindi, minor consumo di materia prima». Questo, nel breve periodo, ha portato «sia in Europa che in Turchia ad un crollo del prezzo del rottame, perché a parità di offerta la domanda è crollata». Nel lungo periodo, invece, la speranza è questo spinga il settore ad un maggiore consumo. Tuttavia, il Cbam, «se è vero che farà aumentare la capacità continentale, il lento e progressivo passaggio dall’altoforno al forno elettrico potrebbe causare problemi di disponibilità». In questo senso, «se non vengono tutelati l’utilizzo e l’esportazione di rottami a livello europeo ci esporremo a grandi rischi. Ad oggi siamo l’unica Regione senza una protezione per questa materia prima e ci dobbiamo salvaguardare ora. Ha quindi ragione il presidente di Federacciai, Antonio Gozziin Europa non abbiamo risorse naturali, l’unica nostra miniera è il rottame e dobbiamo proteggerla», ha concluso Andrea Beltrame.


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