
Inox: incertezza e costi produttivi frenano il comparto
Ramacci (T&T Metalli e Compositi): «Attesa per Cbam e Salvaguardia. Commissione ha tempi biblici»
8 luglio 2025
Incertezza geopolitica e normativa, alti costi di materie prime ed energia. Sono questi gli elementi che stanno influenzando il comparto dell’acciaio inossidabile italiano indicati da Claudio Ramacci (titolare di T&T Metalli e Compositi) nel corso del webinar "Mercati inossidabili" di questa mattina.
Secondo l’imprenditore, infatti, a fronte di una domanda di inox già in sofferenza dallo scorso anno, «la minaccia del ritorno dei dazi statunitensi ha aggravato il quadro, rendendolo ancor più incerto. E, in questo senso, l'incertezza e lo stare fermi in attesa di decisioni sono le cose peggiori per l’economia». Quest’anno, in particolare dopo il primo trimestre, sono arrivati gli annunci di Trump e «il mercato è rallentato ulteriormente», ha aggiunto Ramacci. Accanto a ciò, contribuiscono a frenare l’aumento dei prezzi dell’acciaio inossidabile «l’andamento del rottame, del nichel e del dollaro», ha detto il titolare di T&T Metalli e Compositi.
A complicare l’attività delle aziende è inoltre un quadro normativo europeo in continua evoluzione, che richiede ulteriori sforzi alle imprese per operare al meglio: «Per chi importa è necessario investire per dotarsi di personale, oltre che affidarsi spesso a consulenti, per studiare e restare aggiornati a normative che cambiano in continuazione». Per il comparto siderurgico, in particolare, c’è grande attesa «per il Cbam, le misure di Salvaguardia Ue e il melt and pour, ma è impossibile fare programmi senza avere chiare le normative. In questo la Commissione europea ha tempi biblici e danneggia le imprese», ha sottolineato Ramacci.
Secondo Claudio Ramacci, un'ulteriore questione che sta influenzando il comparto dell’acciaio, così come quello delle altre leghe e materiali trattati da T&T Metalli e Compositi, è quella dei costi, in quanto «le quotazioni delle materie prime e dell’energia in Europa sono molto, troppo, più alte rispetto a quelle di altri continenti e questo fa sì che molte aziende siano costrette ad andare a produrre in Paesi extra-Ue». In questo senso, «i dazi rappresentano solo una scorciatoia e, spesso, una scorciatoia tossica per la competitività delle nostre aziende. Invece, dovremmo avere il coraggio di proteggere le produzioni strategiche europee e aiutare le imprese direttamente, per fare in modo che i loro prodotti siano concorrenziali a livello globale e non vadano fuori mercato, soprattutto a causa dell’aggressività cinese».
La speranza di Ramacci è dunque che, «nella seconda metà del 2025, si possano chiarire alcune situazioni, in particolare quelle dei dazi e delle guerre, e venga meno parte dell’incertezza attuale, in modo che ritorni la domanda e si possa tonare a crescere. Le aziende hanno bisogno di stabilità, altrimenti investire diventa impossibile».
MERCATI INOSSIDABILI | Le attese per il secondo semestre per piani e lunghi

9 luglio 2025
Dazi, geopolitica, CBAM e mercato. I temi sul tappeto nel comparto dell'acciaio inossidabile non mancano: anche nel primo ...

Lascia un Commento