
Lunghi inox: domanda debole e importazioni pesano sul mercato
Vuillermin (Cogne Acciai Speciali): «Salvaguardia inefficace nel bloccare gli arrivi dall’Asia»
8 luglio 2025 Translated by Deepl
In un momento difficile per l’acciaio inox italiano, tra calo della domanda, importazioni record dall’Asia e incertezze commerciali globali, Cogne Acciai Speciali punta su specialties, sostenibilità e sinergie industriali. Lo ha raccontato il direttore commerciale Andy Vuillermin nell’intervista con Emanuele Norsa (siderweb) durante il webinar “Mercati inossidabili”.
Vuillermin ha tracciato un bilancio del primo semestre dell’anno: «Il primo trimestre del 2025 è stato in continuità con la fine del 2024, e tutto sommato in linea con le aspettative di budget per marginalità e volumi. Tuttavia, da aprile abbiamo assistito a un netto calo degli ordini, con una contrazione dei volumi intorno al 9%».
Un rallentamento che, se confermato nei prossimi mesi, potrebbe portare a chiudere l’anno con risultati ben al di sotto delle attese, avverte Vuillermin. La pressione maggiore si sta facendo sentire nel segmento dei lunghi inossidabili, con una domanda debole e un alto livello di importazioni, in particolare di barre a freddo provenienti dall’India. «Nel primo trimestre abbiamo registrato l’ingresso di oltre 72.000 tonnellate di barre, circa il doppio rispetto alla quota di Salvaguardia prevista. La misura si è rivelata poco efficace anche nel secondo trimestre, esaurendosi in pochi giorni dall’apertura. L’import di materiale asiatico, soprattutto indiano, continua a crescere, inondando il mercato di prodotti a prezzi bassissimi con cui è impossibile competere».
La seconda parte dell’anno si presenta altrettanto incerta, complice l’attesa dell’evoluzione dei dazi negli Stati Uniti: «Il mercato è fermo in attesa di capire quale direzione prenderà Washington», ha spiegato Vuillermin. Il mercato americano rappresenta circa il 10% del fatturato diretto di Cogne, ma il peso dell’indiretto – cioè dei prodotti lavorati in Europa e poi esportati negli Usa – è significativo.
Nonostante il quadro complessivamente debole, qualche spiraglio di ottimismo emerge: «Nelle ultime settimane, soprattutto in Germania, abbiamo visto timidi segnali di ripresa in settori come la meccanica e l’automotive. Alcuni grandi clienti del settore delle tornerie stanno aumentando gli ordini. Non sappiamo ancora se si tratti di episodi isolati, ma speriamo sia un’anticipazione di una ripartenza tra settembre e dicembre».
Riflettori puntati anche sul comparto tubi inox e sulle strategie post-acquisizione di Mannesmann Stainless Tubes, ora DMV. «Il mercato del tubo non saldato è tutt’altro che brillante – ha dichiarato Vuillermin –. Stiamo razionalizzando la produzione per creare sinergie tra Cogne e DMV, con investimenti mirati a recuperare competitività e migliorare le rese. Vogliamo poi integrare la verticalizzazione con l’acciaieria a monte».
Un percorso che include anche la riorganizzazione del personale per diffondere una mentalità imprenditoriale nel gruppo, ha sottolineato Vuillermin.
Di fronte alla concorrenza dei produttori asiatici che utilizzano nickel pig iron (NPI), la risposta di Cogne è chiara: puntare sulle specialties. «Il NPI ha un contenuto di nichel basso e non è adatto per molti dei nostri prodotti, soprattutto quelli che richiedono oltre il 10-12% di nichel. Il nostro vantaggio è nella qualità, non nella quantità», ha spiegato.
Inoltre, il NPI è prodotto con processi altamente inquinanti e ad alta intensità di CO₂: «In un’Europa che punta alla decarbonizzazione, questo è un limite evidente. Non possiamo competere sul prezzo nelle commodities, per questo ci vogliamo espandere nei segmenti dove la qualità conta di più», ha concluso Vuillermin.
In quest’ottica, Cogne ha recentemente acquisito Com.steel Inox, tra i più grandi operatori europei nel recupero del rottame inox, per garantirsi una fornitura stabile e a prezzo di mercato.
L’azienda ha anche investito significativamente nella sostenibilità ambientale e sociale, utilizzando 100% energia verde nei propri impianti e avviando un progetto per l’uso dell’idrogeno nei forni di riscaldo, attraverso una nuova centrale idroelettrica. Cogne ha inoltre conseguito la certificazione di parità di genere e sta lavorando per accreditarsi a ResponsibleSteel.
«È importante che la carbon footprint venga certificata da una terza parte. È un percorso lungo, complesso e costoso, ma siamo convinti che il mercato, nel medio-lungo termine, saprà riconoscere chi ha fatto scelte sostenibili concrete. Per ora i costi sono superiori ai ricavi, ma è una scelta strategica in cui crediamo fortemente».

Lascia un Commento