13 settembre 2024 Translated by Deepl
La sezione distaccata di Taranto della Corte d'assise d'appello di Lecce ha annullato la sentenza di primo grado del processo Ambiente Svenduto a carico di 37 imputati e tre società per il presunto disastro ambientale causato dall'ex Ilva negli anni di gestione del gruppo Riva. È stata infatti accolta la richiesta dei difensori di spostare il procedimento a Potenza in quanto i giudici tarantini, togati e popolari, che hanno emesso la sentenza di primo grado, sarebbero a loro volta da considerare «parti offese» del disastro ambientale, insieme al fatto che già in primo grado si costituirono due giudici di pace tarantini e, solitamente, quando ci sono magistrati del distretto coinvolti, il processo viene spostato in altra sede. La Corte ha disposto la trasmissione degli atti alla procura di Potenza per gli adempimenti di competenza.
In primo grado furono 26 le condanne nei confronti di dirigenti della fabbrica, manager e politici, per circa 270 anni di carcere. La Corte d'Assise stabilì sia la confisca degli impianti dell'area a caldo che la confisca per equivalente dell'illecito profitto nei confronti delle tre società Ilva spa, Riva FIRE e Riva forni elettrici, per una somma di 2,1 miliardi. La Corte d'assise d'appello presieduta dal giudice Antonio Del Coco (affiancato dal giudice Ugo Bassi e dalla giuria popolare) ha letto solo il dispositivo dell'ordinanza, mentre le motivazioni saranno depositate entro 15 giorni.
Questa sentenza avrà però anche ricadute immediate sulla vicenda dell'ex Ilva di Taranto, visto che per effetto della stessa decade il sequestro degli impianti dell'area a caldo, quando manca appena una settimana alla scadenza del bando pubblicato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, per la vendita dell'intero compendio industriale.
4 ottobre 2024
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