19 aprile 2024 Translated by Deepl
DÜSSELDORF – Dopo un anno molto complicato, il produttore tedesco Saarstahl è tornato a registrare negli ultimi mesi segnali incoraggianti dal mercato in termini di domanda. «Il 2023 è stato un anno molto difficile per i prodotti lunghi e, di conseguenza, per Saarstahl – ha spiegato a siderweb dal wire & Tube 2024 il chief commercial officer del gruppo, Daniël Nicolaas van der Hout –. Di conseguenza, i risultati non sono stati buoni». Tuttavia, «alla fine del 2023 abbiamo iniziato ad assistere a un aumento della domanda, da parte di clienti sia vecchi che nuovi, che ci ha permesso di essere più attivi e di registrare un aumento degli ordini».
Mentre il settore abitativo e quello delle infrastrutture restano in sofferenza, così come i produttori OEM, i comparti delle ferrovie e dell’auto stanno mostrando buone performance. «L’automotive è il segmento industriale più importante per Saarstahl e fortunatamente sta andando meglio rispetto allo scorso anno» ha affermato van der Hout. Per il CCO «doveva succedere, perché avevamo raggiunto livelli troppo bassi sia di vendite che di prezzi». Il primo trimestre del 2024 è stato quindi positivo per il produttore tedesco, grazie agli ordini raccolti nei mesi precedenti: «Abbiamo avuto un buon inizio in termini di volumi – ha sottolineato van der Hout –. Quanto ai prezzi, riteniamo siano ancora troppo bassi e che debbano quindi crescere. Molto dipende però anche dall’andamento delle materie prime: alla fine del 2023, le quotazioni del minerale di ferro, del rottame e del coking coal erano molto alte, ma sono diminuite nei primi mesi di quest’anno a causa della debolezza del mercato cinese. Nelle ultime settimane, il prezzo del minerale di ferro si è dapprima stabilizzato e poi è aumentato, pertanto sembra che il punto più basso sia già stato raggiunto. C’è ottimismo per il terzo e il quarto trimestre e speriamo quindi di vedere prezzi più alti anche per i prodotti finiti. Ne abbiamo assolutamente bisogno, considerato che i costi, in particolare energetici, sono ancora molto alti». Hanno pesato negli ultimi mesi anche le diverse crisi geopolitiche: «Il blocco del Mar Rosso ha reso i trasporti più costosi e questo ha influito sia sugli arrivi sia sulle nostre spedizioni. Ora temiamo tutti un’esplosione dei prezzi del petrolio a causa delle tensioni tra Israele e Iran. L’inflazione continua ad essere elevata e questo si ripercuote sull’andamento del settore delle costruzioni. Forse la Bce ridurrà i tassi entro la fine di quest’anno e se così fosse potrebbero riprendere gli investimenti. Qualsiasi impatto positivo si vedrà però soltanto nel 2025».
Saarstahl fornisce acciai trafilati, per molle, nappe a trama per pneumatici, vite e bulloni, acciai automatici, barre speciali di qualità (SBQ). «Vogliamo collocarci nella fascia alta del mercato, ci stiamo allontanando dalle qualità di base – ha affermato il CCO dell’azienda –. Come Saarstahl abbiamo una capacità produttiva piuttosto elevata, ma cerchiamo di concentrarci sui prodotti a maggior valore aggiunto, oltre che su servizi speciali, anche a livello logistico. Anche la digitalizzazione è un tema importante, sul quale abbiamo già riscontrato ampia soddisfazione da parte dei clienti».
In primo piano, come per la maggior parte dei produttori europei, c’è anche il tema della sostenibilità. Il gruppo SHS - Stahl-Holding-Saar, insieme alle controllate Dillinger e Saarstahl, ha l’obiettivo di tagliare le proprie emissioni di carbonio del 55% entro il 2030 e di iniziare a produrre fino a 3,5 milioni di tonnellate all’anno di acciaio verde entro il 2028. Per farlo, investirà circa 3,5 miliardi di euro per trasformare in una prima fase fino al 70% del proprio processo produttivo. Alla fine dello scorso anno, la Commissione europea ha dato il via libera a sussidi pari a 2,6 miliardi di euro da parte del Governo tedesco per la trasformazione della produzione di acciaio nello stato del Saarland. «Siamo stati molto felici di questo annuncio – ha sottolineato Daniël Nicolaas van der Hout –. Ha dato molta fiducia al settore, perché in molti temevano per il futuro della siderurgia nella regione. Ora abbiamo i fondi. Ovviamente, in parte dovremo autofinanziarci, ma abbiamo già potuto iniziare alcuni interventi e stiamo negoziando con alcuni fornitori per alcune importanti attrezzature. Ci sono parecchie cose in movimento». Van der Hout ha ricordato che, nella prima fase del proprio piano di trasformazione, Saarstahl costruirà presso il sito di Völklingen un forno elettrico ad arco (EAF) e a Dillinger un altro EAF insieme a un impianto di preridotto (DRI). Quest’ultimo sarà basato sull’idrogeno, che «è il fattore più critico sia per i finanziamenti sia per il futuro, perché oggi non è ancora ampiamente disponibile in Europa e ne avremo bisogno in grandi quantità» ha rimarcato il CCO. All’inizio, Saarstahl lo otterrà localmente. «Siamo vicini al confine francese e un gasdotto che trasporterà idrogeno (attualmente in fase di sviluppo da parte della francese GRTgaz e della tedesca Creos Deutschland, ndr) verrà collegato ai nostri impianti. Abbiamo stretto un accordo pluriennale per assicurarci un’adeguata fornitura. Oltre a ciò, nella nostra regione verranno costruiti diversi elettrolizzatori, ma questo è solo l'inizio. Avremo bisogno di una rete dell'idrogeno in Germania e in altri Paesi europei. Credo che per questo saranno necessari altri 10-15 anni, ma ne avremo bisogno se vogliamo raggiungere i volumi di produzione che ci siamo prefissati per gli anni a venire». Saarstahl punta ad eliminare uno dei suoi due altiforni non appena i due forni elettrici e l'impianto DRI saranno in funzione. Come già detto, dovrebbe quindi produrre acciaio verde entro il 2028. Tuttavia, ha precisato van der Hout, «siamo già in grado di fornire acciaio decarbonizzato, poiché nel 2021 abbiamo acquistato da Liberty, insieme all'impianto per rotaie di Hayange, l'impianto francese di Ascoval. Quest'ultimo produce da forno elettrico e ha una capacità di quasi 600mila tonnellate. Possiamo già sfruttare Ascoval per l'acciaio verde, quindi stiamo cercando di ottenere alcune omologazioni. Oggi qui in fiera abbiamo incontrato clienti che ci hanno detto che non possono aspettare il 2028, hanno bisogno già oggi di acciaio verde. Abbiamo risposto loro che stiamo facendo ricerche, ottenendo le approvazioni necessarie. Non possiamo farne a meno; non possiamo aspettare altri quattro anni, c'è già un mercato e vogliamo farne parte».
8 novembre 2024
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