8 febbraio 2024
Pochi giorni fa l’Ocse ha pubblicato la sua Economic Survey sull’Italia, nella quale ha sottolineato come le stime per il 2024 e il 2025 siano contenute. Il Pil, infatti, secondo le previsioni dell’organizzazione internazionale, dovrebbe crescere dello 0,7% quest’anno e del 1,2% nel prossimo. Questo a causa di un «rallentamento dell’economia causato da un inasprimento delle condizioni finanziarie» e da un debito pubblico elevato, pari al 140% del Pil.
Per cercare di migliore la situazione, l’Ocse ha raccomandato all’Italia di rivedere la propria spesa pubblica per aumentare la competitività del sistema-Paese, rendere più performativa l’economia e per correggere una serie di storture per rendere il sistema istituzionale più efficiente. Pensioni, fisco, spending review, queste le principali voci sulle quali lavorare. Ma una parte del mondo politico, ed in particolare quella dei partiti di governo, ha ricevuto con un certo fastidio queste indicazioni che vanno in direzione opposta rispetto ad alcune posizioni cardine della destra-centro tricolore.
In questa punta l’analisi del contenuto e delle reazioni rispetto alla Economic Survey dell’Ocse.
Massimiliano Panarari
è sociologo della comunicazione, saggista e consulente di comunicazione politica e pubblica. È professore di ruolo all'Università di Modena e Reggio Emilia, e insegna inoltre all’Università Luiss Guido Carli di Roma, alla Luiss School of Government e all’Università Luigi Bocconi di Milano. È editorialista dei quotidiani La Stampa, Il Mattino di Padova, Il Piccolo e Giornale di Brescia, collabora con L’Espresso, Il Venerdì di Repubblica e con siderweb.
29 novembre 2024
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