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Fornasini: scarso potenziale di ulteriori aumenti

L'analista di siderweb e StatLab UniBs: «Pesano sul 2024 i conflitti in corso, la crisi economica cinese e l'inflazione»

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I prezzi internazionali di materie prime e prodotti siderurgici sembrano aver generalmente interrotto la fase di risalita oppure avere scarso potenziale di ulteriore aumento. È quanto è emerso dall’analisi che Achille Fornasini (siderweb e StatLab Università di Brescia) ha effettuato durante la prima edizione di MERCATO & DINTORNI di siderweb. Analisi mossa dalla premessa che i conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente, che «ci si aspetta continueranno purtroppo anche nel 2024», implicano inevitabilmente problemi e complessità e, uniti agli effetti della crisi economica cinese e dell’inflazione, vanno a impattare su fonti energetiche, noli marittimi, materie prime e tassi di interesse.

A proposito di materie prime, Fornasini ha osservato che, mentre i prezzi di quelle energetiche si sono ridimensionati fortemente rispetto ai picchi storici, quelli dei metalli hanno mostrato recentemente un andamento sostanzialmente laterale. «I tassi di interesse relativamente alti – ha affermato – hanno progressivamente smorzato la predisposizione a fare scorte di materie prime. Tutto assume una connotazione tattica e dunque i mini rimbalzi di prezzo che notiamo sono giustificati dalla necessità di ricostituire stock, ma giusto il minimo indispensabile». «Gli Stati Uniti – ha proseguito – registrano una riduzione della crescita nell’ultimo trimestre dello scorso anno, anche se l’economia americana rimane “pimpante”. L’Europa registra un calo della produzione industriale. La Cina solo nell’ultima fase sta registrando qualche segnale di una modesta crescita».

Quanto ai noli, l’analista di siderweb ha sottolineato che il Baltic dry index (carichi secchi e sfusi), «dopo la caduta culminata un anno fa, ha mostrato una risalita molto importante che, però, si sta drasticamente riducendo a causa della drammatica diminuizione dell’interesse verso trasporti di questo tipo da parte della Cina». Contestualmente, «il world container index (trasporto di container, ndr) ha mostrato nell’ultimissima fase un fortissimo recupero, complessivamente, su tutte le rotte». Recupero trainato in particolare dalla rotta Shanghai-Rotterdam, ma che interessa, anche se in misura inferiore, anche la rotta inversa e quella Shanghai-Genova. «Temo che questi rialzi non siano terminati – ha detto Fornasini – perché le compagnie di shipping “cavalcano” i timori legati agli attacchi nel Mar Rosso». Dallo stretto di Suez, ha ricordato, passano il 12% del commercio mondiale e il 33% del traffico mondiale di container. Inoltre, «passano da lì acciai laminati piani e prodotti finiti in acciaio, dunque gli effetti su questi materiali si faranno sentire, forse non subito ma nei prossimi mesi».

Analizzando l’andamento dei prezzi dell’iron ore, Fornasini ha rilevato che, dopo i minimi toccati nel 2022, si è assistito a un rimbalzo legato all’uscita dal secondo lockdown cinese, seguito da una correzione e, infine, da una forte risalita che si è smorzata solo in tempi recentissimi. «L’andamento dei noli marittimi per il trasporto di minerale di ferro dall’Australia verso la Cina ha visto un drastico ridimensionamento; è come se la Cina avesse fatto scorte consistenti approfittando di prezzi convenienti prima del Capodanno cinese. Mi aspetto quindi che i prezzi dell’iron ore proseguano questa fase discendente in quanto sono cessati gli acquisti», ha affermato.

Passando ai coils, quelli cinesi (FOB Shanghai) «hanno ceduto nelle ultime due settimane il 2%, con una prospettiva di ulteriore cedimento». Negli Stati Uniti le quotazioni degli stessi prodotti hanno mostrato una ripresa dovuta al temporaneo calo dell’offerta, causato a sua volta dagli scioperi; «tuttavia – ha detto Fornasini – ora che la situazione si è normalizzata, mi aspetto una fase di flessione». Il prezzo dei coils europei (CIF Anversa) sta replicando l’andamento dei benchmark internazionali, ma «in questo caso c’è stata una ripresa dopo la pausa invernale che ha portato al 13,6% l’aumento rispetto ai minimi di ottobre (+15,5% per i coils italiani). C’è un potenziale di ulteriore salita, anche se non straordinario e non persistente». Stesso discorso per le lamiere nere, zincate e da treno: la salita potrebbe proseguire al più per qualche settimana ancora.

Il prezzo del rottame CFR Turchia, «dopo aver corretto intorno al 27%, ha mostrato una ripresa che ha trascinato la media dei prezzi del rottame rilevati da siderweb». Attualmente ci troviamo in «una fase di risalita con potenziale molto scarso, quindi con una prospettiva di nuovi rialzi, ma contenuti e con l’eventualità di una prossima correzione».

Venendo infine ai prodotti siderurgici lunghi, il prezzo del tondo per cemento armato nazionale è in lieve flessione, ossia in moderata controtendenza rispetto al prezzo FOB Black Sea. La vergella da trafila sta mostrando un andamento analogo, mentre la vergella per rete è in leggera risalita, ma «siamo alle soglie dell’ipercomprato e quindi mi aspetto la prossima frenata di questo movimento e l’assestamento laterale delle quotazioni». Infine, per travi e laminati mercantili, la fase di lungo scivolamento verso il basso dei prezzi è terminata a novembre con un mini rimbalzo che ha «scarse potenzialità di continuazione».


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