3 ottobre 2023
Un quadro poco chiaro. Con qualche luce ma con almeno altrettante, o forse più, ombre. Così si può descrivere l’attuale situazione del comparto siderurgico italiano ed europeo. Lo ha dichiarato Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi di siderweb, durante la decima edizione del 2023 del webinar MERCATO & DINTORNI, organizzato da siderweb.
Partendo dai dati della produzione, «in Unione europea l’output è in fase di calo dal dicembre del 2021 e, pur mostrando segnali di lieve miglioramento, ad agosto era ancora negativa». Per l’Italia la situazione appare leggermente più promettente, con l’ultimo trimestre (giugno-settembre) in crescita, «ma siamo ancora lontani dai livelli del 2021» precisa Ferrari. Per quanto concerne il commercio estero siderurgico «il nostro Paese nel primo sei mesi dell’anno mostra un calo delle importazioni rispetto al picco del 2021, ma i volumi tornano a salire rispetto all’ultima parte del 2022, dopo un inizio dell’anno con il freno tirato». Entrando nel dettaglio, per i lunghi la situazione appare comparativamente migliore rispetto al complesso dell’acciaio, con le importazioni che scendono nel primo semestre a quota 201.488 tonnellate, circa 40.000 tonnellate in meno rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. In calo gli acquisti di acciai lunghi al carbonio (-19mila tonnellate), di acciai speciali (-16mila tonnellate) e di acciai inox (-4mila tonnellate). Le esportazioni, invece, mostrano una crescita molto limitata (da 526.725 a 527.193 tonnellate), con gli acciai al carbonio che più che compensano i cali degli speciali e dell’inox. «La tenuta dell’export è una notizia positiva – ha commentato Ferrari – ed è il segno del mantenimento della competitività internazionale delle imprese tricolori».
Guardando agli ultimi mesi del 2023, Eurofer ha previsto che la produzione dei settori utilizzatori di acciaio crescerà dell’1,3% rispetto al 2022, grazie soprattutto ai buoni risultati conseguiti nel primo trimestre, mentre la domanda reale si limiterà ad un più contenuto +0,3%. La domanda apparente, per contro, «calerà del 3% rispetto al 2022, mettendo a referto la quarta contrazione negli ultimi 5 anni».
Per quanto concerne i prezzi, infine, per i prodotti lunghi si registra una contrazione quasi ininterrotta dall’aprile 2022, momento nel quale le quotazioni hanno raggiunto il picco storico, ad oggi, con i prezzi che sono scesi di circa 560 euro la tonnellata per il tondo per cemento armato (pari al 50,7% del valore), di 627 euro la tonnellata per le travi (-43,2%) e di 525 euro la tonnellata per i laminati mercantili (-41,3%).
«Per le prossime settimane le prospettive rimangono incerte – ha concluso Ferrari –. Da un lato c’è la spinta da parte dei produttori per interrompere i cali di prezzi in corso da più di un anno, dall’altro però al momento la domanda appare ancora convalescente e quindi non pare chiaro il destino delle quotazioni nel prossimo futuro».
Redazione siderweb
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