26 luglio 2023 Translated by Deepl
LONATO DEL GARDA (Bs) - Per la prima volta nella storia del Gruppo Feralpi, la posizione finanziaria netta nel 2022 è stata positiva, in dettaglio per quasi 3,5 milioni di euro (contro i -125 milioni del 2021 e i -146 del 2020). Grazie anche a questo rafforzamento finanziario, reso possibile dai risultati da record fatti registrare lo scorso anno, anche grazie agli elevati livelli dei prezzi, che il produttore di acciai per l’edilizia e speciali ha inserito, nel piano industriale 2023-2027, un piano di investimenti straordinari per oltre 500 milioni di euro.
Si investirà sugli impianti per ampliare la gamma produttiva e far crescere le attività produttive e commerciali; per avere una base di costi più efficiente; per arrivare a una maggiore flessibilità produttiva e commerciale con una più forte verticalizzazione; per abbassare le emissioni di CO2 e avere una quota di energia da fonti rinnovabili.
Oltre 200 milioni di euro saranno destinati proprio alla produzione autonoma di energia rinnovabile. Nel quinquennio saranno poi investiti 131 milioni di euro in Italia, in entrambe le business unit acciai per l’edilizia e acciai speciali, e 233 milioni in Germania, dove si sta anche lavorando al nuovo laminatoio che dovrebbe essere pronto, secondo i piani, a fine 2024.
I numeri
Un anno, il 2022, che ha visto la produzione di acciaio scendere del 6,4% a 2,45 milioni di tonnellate ma, anche per l’effetto prezzi, il fatturato crescere del 24,4% (2,4 miliardi di euro), il valore della produzione del 22,8% tendenziale (quasi 2,6 miliardi di euro) e il risultato netto, dopo ammortamenti e svalutazioni per circa 60 milioni, arrivare fino a 334,21 milioni di euro (+120%).
Nel 2022, il Gruppo Feralpi ha prodotto 2,45 milioni di tonnellate di billette (-6,4%), 2,32 milioni di tonnellate di prodotti finiti laminati (+5,9%) e 1,40 milioni di tonnellate di prodotti lavorati a freddo – derivati (-0,8%). Si è tornati sui livelli del 2020.
L’outlook per il 2023
A oggi, i volumi produttivi di Feralpi sono «in linea con quelli del 2022» ha detto il presidente Giovanni Pasini, «ma i prezzi sono purtroppo in forte diminuzione». E se la prima metà dell’anno è stata caratterizzata da un considerevole rallentamento, «anche della Germania, di cui risentiamo», «non ci sono elementi per dire che ci sarà una ripresa nel secondo semestre. Sarà più probabile nella seconda parte del 2024» secondo Pasini.
Si prevede dunque una diminuzione dei ricavi di oltre il 20% rispetto al 2022.
Nonostante l’incertezza generale, il Gruppo «conferma la presenza di driver di crescita a lungo termine, principalmente legati al settore delle infrastrutture». Il piano di sviluppo infrastrutturale del Pnrr, ha ricordato Pasini, dà all’Italia «qualche garanzia in più».
Quanto alla quotazione in borsa, di cui si sta parlando ormai da tempo, «c’è sicuramente interesse da parte degli azionisti – ha detto il presidente Pasini – e abbiamo affidato a Lazard il ruolo di advisor. Ma di fronte all’attuale scenario economico e di mercato abbiamo rallentato la nostra velocità in questo processo, guardando al 2024».
Nell'immagine, da sinistra: Cesare Pasini, vicepresidente; Giuseppe Pasini, presidente; Giovanni Pasini, consigliere delegato.
Elisa Bonomelli
17 gennaio 2025
Nuova edizione del siderweb TG. Credits: archivio siderweb; World Steel Association media library.
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