17 maggio 2023 Translated by Deepl
AMSTERDAM (Paesi Bassi) - La domanda apparente di acciaio in Europa rimarrà al di sotto della domanda reale nel corso di quest’anno. Lo ha affermato Heather Wijdekop, direttore commerciale di Tata Steel IJmuiden, durante il convegno Europe Steel Markets 2023 di Kallanish tenutosi ieri, 16 maggio, ad Amsterdam. Prima dello scoppio della pandemia di Covid-19, ha osservato Wijdekop, la domanda apparente e quella reale di acciaio seguivano un andamento stagionale, dando la possibilità agli operatori del settore di formulare strategie. Dal 2020, la stagionalità è venuta meno e il mercato si è fatto sempre più complesso, volatile e incerto a causa di fattori come il Fit for 55, il Cbam e la guerra in Ucraina. In particolare, nella seconda metà dello scorso anno è iniziata una forte attività di destoccaggio in Europa che ha spinto la domanda apparente al di sotto del consumo reale. Questo trend è tuttora in atto e proseguirà probabilmente fino al prossimo anno.
La produzione mondiale di acciaio grezzo è calata del 4,3% nel 2022. «L’Ue, la Russia e l’Ucraina hanno subito i cali maggiori, mentre l’Asia è stata l’unica regione del mondo ad aver fatto segnare un aumento (+3,4%)», ha ricordato Alexander Julius, membro del board di Eurometal. Quanto alla domanda, secondo le ultime previsioni di Eurofer, il consumo apparente di acciaio in Europa, dopo essere diminuito del 7,2% nel 2022, dovrebbe scendere quest’anno dell'1%. Il consumo reale dovrebbe crescere invece dello 0,3% dopo il +0,2% dello scorso anno. Una previsione sulla quale si sono detti d’accordo i relatori intervenuti nel corso del convegno, sottolineando che tra i settori utilizzatori il più forte sarà l’automotive, nonostante la carenza di scorte lungo la suppy chain e la lenta ripresa della domanda apparente stiano creando problemi non indifferenti.
A proposito di automotive, Emanuele Norsa (Kallanish e collaboratore siderweb) ha ricordato che nel 2022 la produzione di auto nell’Ue è ammontata a 10.769.893 unità, crescendo del 7,1% rispetto all’anno precedente. Ciononostante, la carenza di semiconduttori ha continuato a frenare sia la produzione sia le vendite, soprattutto nella prima parte dell’anno. Inoltre, la stessa produzione di auto è rimasta inferiore al periodo pre-Covid. La scarsa domanda proveniente dall’automotive, insieme all’eccesso di scorte, ha influito negativamente sui prezzi dei coils nella seconda metà del 2022. Tuttavia, Norsa ha sottolineato che le quotazioni degli zincati a caldo in Europa sono rimaste significativamente più alte delle quotazioni cinesi dal 2021 in poi. Attualmente, l’elevata incertezza fa sì che l’import di HDG in Europa sia molto ridotto, come evidenziato dagli ultimi dati sull’utilizzo delle quote di Salvaguardia. Allo stesso tempo, mentre sono calate le importazioni di questo prodotto da alcuni Paesi (come Russia, Ucraina e Turchia), sono aumentate quelle da alcuni Paesi asiatici, come India e Corea del Sud.
Francois-David Martino, amministratore delegato di Becker Stahl-Service, ha confermato che la domanda di auto si è ripresa più velocemente del previsto a partire dalla fine dello scorso anno, causando difficoltà lungo la catena di approvvigionamento. «L'anno scorso i centri servizi e i distributori hanno ridotto le scorte, ma ora ci troviamo in una situazione difficile a causa della ripresa della domanda nel settore auto», ha spiegato.
Altri problemi potrebbero derivare dalla carenza d’offerta nell’Ue, dovuta a sua volta agli enormi ritardi nell’evasione degli ordini da parte delle acciaierie, in parte a causa delle fermate – per incidenti o manutenzione programmate – di diversi impianti in Europa. «Da parte nostra – ha affermato il direttore commerciale di Tata Steel IJmuiden – abbiamo superato i problemi d’offerta e la situazione sta migliorando». Tata Steel aveva fatto appello alla causa di forza maggiore a IJmuiden lo scorso febbraio a causa di problemi sorti durante il riavvio del laminatoio a freddo 21. Per Heather Wijdekop, l’offerta in Europa continuerà ad essere sottoposta a vincoli nel breve-medio periodo. Diversi relatori hanno concordato sul fatto che il rischio di questa situazione è che, in caso di un miglioramento della domanda maggiore del previsto, nel mercato europeo si potrebbe registrare uno scenario simile a quello visto nel 2021 dopo la fine dei lockdown per contrastare la pandemia di Covid-19.
Cesare Viganò (SSC distribuzione managing directory di CLN Group) ha rimarcato infine che il mercato europeo dei coils è attualmente influenzato da forze opposte. A un potenziale eccesso di offerta fa da contraltare un’offerta ridotta a causa dei tagli di produzione e degli incidenti che hanno coinvolto alcuni altiforni europei nei mesi scorsi. Intanto, mentre l’inflazione sta causando un incremento generale dei costi, i prezzi energetici e delle materie prime stanno diminuendo. Ancora, i prezzi dei coils nell’Ue sono aumentati per tutto il primo trimestre 2023, dopodiché sono rimasti virtualmente stabili; per contro, i prezzi all’import sono diminuiti. «Dalla fine di marzo – ha affermato Viganò – la maggior parte dei compratori ha assunto un atteggiamento attendista, a causa del peggioramento della domanda finale e della pressione ribassista esercitata dai prezzi all’import, che ha portato a un aumento del gap tra questi ultimi e i prezzi all’interno dell’Ue». In conclusione, ad oggi «è difficile indicare un “new normal” per i prezzi dei coils». Tra le poche certezze, sembra esserci un incremento delle importazioni dell’anno nella seconda metà del 2023. «Corea e Cina sono dominanti nelle esportazioni verso l’Ue di coils per l’automotive, insieme a India, Vietnam e Taiwan», ha sottolineato.
Stefano Gennari
30 aprile 2025
L'intervista a Simone Pavan, Technical and Marketing manager ifm electronic, che dal 6 all'8 maggio parteciperà a Made in Steel.
Lascia un Commento