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L'acciaio è mito, innovazione, sostenibilità e persone

Zane (scrittore), Mapelli (docente), Manfredi (Feralpi) e Semino (Acciaierie Venete) ospiti del webinar siderweb

L’acciaio è mito e Storia, le sue origini sono antichissime e la sua importanza nelle diverse epoche è sempre stata strategica e tangibile. Va da sé che l’acciaio è anche da sempre innovazione, perché il miglioramento dei processi di produzione ha dovuto avvalersi di soluzioni tecnologiche sempre più avanzate. È anche sostenibilità, in quanto materiale riciclabile al 100% e dunque naturalmente predisposto per cogliere le opportunità dell’economia circolare. Ancora, l’acciaio sono le persone, perché le imprese siderurgiche vengono gestite con gioco di squadra e quest’ultimo diventa addirittura un vantaggio competitivo.

Mito, innovazione, sostenibilità e persone sono state appunto le parole chiave del webinar di siderweb “Le parole dell’acciaio”, che ha avuto come ospiti Marcello Zane (storico e scrittore), Carlo Mapelli (professore del Politecnico di Milano), Isabella Manfredi (direttore Comunicazione, relazioni esterne e CSR di Feralpi Group) e Francesco Semino (consigliere Riconversider e direttore Relazioni esterne di Acciaierie Venete). I loro interventi si sono concentrati su concetti che la community di siderweb ha imparato a conoscere negli anni e che ritroveremo nell'edizione 2023 di Made in Steel per cercare di definire insieme il futuro del settore.

Zane: «Acciaio, sia mito che logos»

Nella cultura greca antica il mito è narrazione fantastica e poetica, mentre il logos è ragione, razionalità. Si tratta quindi di due opposti, che tuttavia coesistono nel caso dell’acciaio dove troviamo il valore simbolico del mito e allo stesso tempo la concretezza dell’oggetto. È iniziato così l’intervento dello storico e scrittore Marcello Zane, che ha ripercorso le origini e l’evoluzione del ruolo dell’acciaio nella Storia. Partendo dalle testimonianze di Aristotele e Plutarco e dalle prime ricette bizzarre attraverso le quali veniva realizzato, passando dal momento in cui entra a far parte come materiale nella quotidianità delle persone e arrivando al punto in cui esso si trasforma in simbolo unico e riconosciutissimo della modernità, della contemporaneità. Ma anche della potenza di una nazione. E se l’acciaio diventa centrale in un avvenimento terribile come la guerra, per contro l’acciaieria è il luogo eletto per le lotte operaie, per il rapporto tra capitale e lavoro; il luogo anche nel quale è impiegata l’élite operaia e nel quale la retribuzione è maggiore rispetto che in altre realtà; quello nel quale si formano i maggiori imprenditori europei (inclusi i bresciani del secondo Dopoguerra); il luogo dell’industria per eccellenza nel quale c’è innovazione.

Mapelli: «Le tecnologie emergenti saranno guidate dalle necessità» 

Proprio sul tema dell’innovazione si è concentrato Carlo Mapelli, che ha ripercorso l’evoluzione del settore siderurgico sotto il profilo dei processi di produzione; partendo dalle tipologie più primitive di forno (semplici buche nel terreno in cui la combustione del carbone era alimentata da aria influssata mediante mantici), passando per la sostituzione del mantice azionato dall’uomo con quello azionato dalla ruota idraulica, per la nascita della laminazione, l’introduzione della macchina a vapore nell’insufflaggio, la produzione di coke e per tecnologie come il processo Bessemer, il forno Martin-Siemens e il forno elettrico ad arco di Ernesto Stassano («un forno che – ha affermato Mapelli – ha rivoluzionato la siderurgia italiana e che rappresenta il motivo per cui ad oggi in Italia abbiamo una quota di siderurgia elettrificata molto più estesa che in altri Paesi»); arrivando infine alle innovazioni recenti, come i forni siviera, la colata continua e la tecnologia di processo di Arvedi, che ha segnato un punto di svolta nella produzione degli acciai piani.
Per la verità, ha continuato Mapelli, «l’evoluzione è stata estremamente lenta nel mondo siderurgico; non per inettitudine, ma perché la siderurgia impone di gestire una quantità di masse fisiche e di energia che rendono molto difficile cambiare i processi». Ma «in tutte le innovazioni più recenti gli italiani hanno sempre avuto un ruolo importante».
Per Mapelli le tecnologie emergenti saranno guidate dalle necessità, ovvero carenza di materie prime, decarbonizzazione (imposta dalla lotta al riscaldamento climatico), digitalizzazione e intelligenza artificiale. Dovranno tuttavia evitare di cadere in alcune «trappole», ossia: evitare di consumare più energia di quella attualmente consumata; evitare di consumare più risorse di acqua dolce; evitare di consumare maggiori quantità di suolo rispetto a quelle attualmente utilizzate. Infine, naturalmente, dovranno avere costi di investimento sostenibili. Una via, che è quella proposta dal Politecnico di Milano, potrebbe essere l’i-Smelt, ossia l’utilizzo dell’energia rinnovabile insieme al biocarbone. Biocarbone che «oggi può essere attuale, perché ci sono le tecnologie per produrlo e perché si può ricavare dagli scarti agricoli, non più soltanto da risorse forestali e boschive vergini». Va da sé che per innovare la siderurgia dovrà «tornare ad avere un rapporto armonico con le filiere agricole, delle gestioni boschive e forestali in un’ottica circolare».

Manfredi: «Sostenibilità come integrazione»

Così come tutti gli elementi che fanno parte della vita di un’azienda, anche la sostenibilità sta attraversando un momento di profonda trasformazione. Lo ha evidenziato con forza l’intervento di Isabella Manfredi, direttore Comunicazione, relazioni esterne e CSR Feralpi Group, la cui testimonianza ha mostrato come la sostenibilità sia passata da un valore da comunicare ad un elemento che fa parte del DNA dell’azienda.
«Questo processo lo definirei di integrazione. Oggi la sostenibilità deve essere una parte centrale ed organica del business, anche perché senza sostenibilità economica non ci sono né la sostenibilità sociale né la sostenibilità ambientale».
Il direttore Comunicazione del gruppo Feralpi ha rimarcato come anche l’impianto normativo europeo stia spingendo sempre con maggiore forza le aziende a confrontarsi e ad avviare azioni concrete su questi temi. «Quello che a volte manca è una sorta di premialità per chi invece sulla sostenibilità lavora da anni e ha mostrato un mantenimento degli impegni presi. Per questo è necessario che si venga a creare una rendicontazione condivisa dei percorsi fatti. Una necessità a cui l’Ue ha deciso di rispondere con la direttiva CSRD». Dall’Ue quindi arriveranno indicazioni e obblighi che investiranno progressivamente le aziende dell’Unione nel triennio 2024-2026 a partire dai grandi gruppi fino alle PMI.
«La cosa più importante comunque è quello di rispettare gli impegni e farlo in maniera concreta, azioni come il green washing o il social washing oggi risultano sempre più dannose minando la credibilità anche sul fronte del business».  

Semino: «Formazione, squadra e talenti le parole d’ordine»

È stato un intervento caratterizzato da numeri e da obiettivi quello proposto da Francesco Semino, Consigliere Riconversider e direttore Relazioni esterne Acciaierie Venete, per presentare la parola “persone” nel ricco programma di interventi del webinar siderweb. Numeri importanti come quelli presentati per raccontare l’occupazione in ambito siderurgico che con 70mila addetti diretti, di cui 30mila nella siderurgia primaria, rappresenta una delle principali realtà occupazionali del Paese. Ancor più importante se si considera anche l’età, con un 9% del totale che ha meno di 30 anni, il 61% che si colloca tra i 30 e i 50 anni e il 30% over 50.
Sicuramente più giovane di quel che ci si sarebbe aspettati ma con una propensione alla ricerca di giovani che vuole portare il prima possibile in doppia cifra la percentuale degli under 30. Semino ha modulato il discorso su tre parole d’ordine: «Formazione, squadra e talenti».
Commentando la prima ha rimarcato come «nonostante la siderurgia sia una realtà con il 98,2% di contratti a tempo indeterminato visto l’alto tasso di innovazione e digitalizzazione e la complessità del processo necessita sempre di più di un’offerta di formazione continua per le persone che ci lavorano, che rappresentano il cuore e il cervello delle aziende». Da qui risulta evidente il motivo che ha portato alla nascita delle numerose academy aziendali e interaziendali. 
Una capacità, quella della collaborazione tra aziende, necessaria per trasmettere alle nuove generazioni anche il valore del concetto di squadra, «inteso nell’accezione pallavolistica in cui per fare punto la palla deve necessariamente essere passata anche con l’obiettivo di superare gli individualismi».
Infine, i “talenti” «vanno coltivati e mantenuti offrendo un percorso di crescita, opportunità di formazione, valori chiari e un senso di appartenenza all’azienda. Elementi che forse in passato abbiamo trascurato come comunicazione e che ora dobbiamo imparare a trasmettere meglio ai giovani studenti».


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