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Futura Expo: l'esempio di ORI Martin

L'azienda bresciana alla fiera sulla sostenibilità insieme a Turboden e A2A. A novembre via al nuovo progetto Heat-Leap

BRESCIA - Non si può parlare di sostenibilità a Brescia prescindendo da uno degli esempi più virtuosi di economia circolare e di collaborazione tra industria e multi-utility. Ecco quindi che durante la tre giorni di Futura Expo al Brixia Forum si è svolta una tavola rotonda con protagonisti il gruppo siderurgico ORI Martin, la società multiservizi A2A e Turboden, fornitore di soluzioni tecnologiche per l'efficienza energetica. Dal 2016, attraverso il sistema I-Recovery, il calore di scarto industriale dell'acciaieria bresciana viene recuperato per alimentare la rete del teleriscaldamento cittadino. E da quest'anno la collaborazione tra A2A e ORI Martin si rafforza ulteriormente con la tecnologia innovativa di una pompa di calore LHP (Large Heat Pump), sviluppata da Turboden, in grado di recuperare calore a bassa temperatura dal circuito di raffreddamento del forno elettrico in maniera efficiente. Il progetto, promosso da Turboden con la partnership e il supporto del settore Project Funding di CSMT Gestione, è stato approvato e in parte finanziato da "Life", strumento di finanziamento dell'Ue per l'ambiente. Questa, ha affermato Renato Mazzoncini, CEO di A2A, è la dimostrazione che «gli incentivi sono di vitale importanza per investimenti di questo tipo ed è anche giusto farli con risorse pubbliche visto che l'obiettivo è quello dell'efficientamento e considerato che l'Italia è al quintultimo posto in Europa per autonomia energetica (produce il 22,5% della sua energia consumata a fronte di una media Ue del 39,5%)».

Per un'azienda energivora come Ori Martin agire sulle leve dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili è un imperativo e, ha spiegato Roberto de Miranda, membro del Comitato guida del gruppo, «è ciò che ci ha spinto a realizzare I-Recovery, grazie al fornitore Turboden e ad A2A con il teleriscaldamento, nonché all'Ue con il progetto Pitagoras». Quanto al nuovo progetto di recupero degli scarti, chiamato "Heat-Leap", «partirà a novembre» e permetterà di recuperare 22 GWh portando ad una ulteriore riduzione di emissioni di gas serra di circa 5mila tonnellate all'anno grazie alla connessione con la rete di teleriscaldamento.

Durante la tavola rotonda – alla quale, oltre a de Miranda e Mazzoncini, hanno partecipato anche Paolo Bertuzzi (CEO Turboden) e Marco Baresi (Istitutional Affairs & Marketing Director Turboden) – è stato trattato inevitabilmente il tema della crisi energetica. «Per noi – ha raccontato de Miranda – la tempesta perfetta è arrivata a marzo, quando i prezzi, che già dall'ultimo trimestre del 2021 erano aumentati in modo significativo, hanno raggiunto dei picchi. Abbiamo dovuto chiudere, dopodiché siamo ripartiti producendo soltanto la notte. I prezzi sono poi diminuiti, anche grazie all'intervento del governo, benché con una misura contingente e non strutturale. Stiamo spendendo miliardi per la sopravvivenza di imprese e famiglie, non per investimenti e penso quindi che stiamo perdendo un'occasione storica». Per Mazzoncini è fondamentale puntare sulle energie rinnovabili, «unica fonte autoctona che abbiamo in Italia». Il problema è uno solo: «Sono intermittenti, da sole non se la cavano. Per questo è importante che teniamo in funzione centrali termoelettriche che funzionino come peaker». Il CEO di A2A ha affermato che, secondo le stime, lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia – prevalentemente solare, poi eolico e idroelettrico – può generare un incremento di 129,5 GW di potenza».


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