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ABS: spedito record nell’ultimo anno fiscale

Raggiunti gli 1,3 milioni di tonnellate. Scolari: «Siamo pronti per un’ulteriore crescita»

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Un anno fiscale chiuso al 30 giugno 2022 con spedizioni record e un piano di investimento da 600 milioni di euro per migliorare ulteriormente competitività e innovazione. Sono stati questi i punti chiave dell’intervista all’amministratore delegato di Acciaierie Bertoli Safau (ABS) Stefano Scolari intervenuto nel webinar di siderweb dedicato agli acciai speciali. 

«Forse potrà sembrare già sentito, ma anche il bilancio chiuso al 30 giugno 2022 arriva al termine di un anno particolare – ha spiegato il manager del produttore friulano –. Gli ultimi anni, dallo scoppio della pandemia in poi, difficilmente possono essere definiti “normali”, dal momento che vi sono diverse variabili in parte estranee al business che ne condizionano l’andamento. Facendo sintesi sull’esercizio appena concluso, l’anno fiscale era iniziato nel 2021 con un mercato anche tonico, che mediamente comunque nei vari mesi si è confermato su buoni livelli nonostante, subito dopo l’estate dello scorso anno, abbiamo dovuto fare i conti prima con i sensibili rincari energetici e poi con il pluri-citato conflitto russo-ucraino, che hanno sicuramente dato un po’ di scossoni durante l’attraversamento di quei mesi. Chiudiamo comunque il bilancio su buoni livelli e abbiamo dimostrato una capacità di reazione notevole alle sfide che siamo stati chiamati ad affrontare. Ora stiamo attraversando una fase di mercato più calma in cui il rottame è sceso e anche i portafogli ordini si sono un po’ accorciati. Nonostante questa fase di stasi, ritengo comunque che il consumo reale nei nostri settori di riferimento abbia tenuto, permettendoci di chiudere positivamente l’anno. Per dare un’idea, il nostro spedito è stato di 1,3 milioni di tonnellate, risultato record nella storia del gruppo». 

Passando all’attualità, il focus è stato spostato sull’incremento della volatilità dei primi mesi del 2022 e su possibili sinergie di filiera per fronteggiare ostacoli comuni al settore, come l’impennata dei costi energetici.

«Quest’anno – ha proseguito Scolari –, e anche in queste settimane, l’impatto della volatilità su energia e materie prime richiede una concentrazione costante. Un’intensità di focalizzazione sull’attualità che rende complesso immaginare quali iniziative di filiera poter introdurre, per quanto l’idea di fondo risulti buona. Mi sento di poter dire che, come settore, ci siamo abituati a gestire una maggiore volatilità rispetto al passato. Anche se prima era una questione legata solo a determinati periodi mentre ora pare spalmata su tutto l’arco dell’anno. Questo ci ha portato a sviluppare una migliore reattività ai cambi di scenario. Questo lo si ottiene lavorando sui nostri processi interni per ottimizzarli il più possibile, dato che le variabili esterne difficilmente riusciamo a governarle appieno. Questo si traduce in efficientamento, rapidità di evasione degli ordini. Di fronte a questa variabilità, però, risulta allo stesso modo difficile a ogni operatore agire completamente da solo, per cui cerchiamo di stare vicini ai nostri clienti e anche ai colleghi attraverso le associazioni di categoria». 

In uno scenario di fondo complesso come quello descritto, l’azienda punta su un piano di investimenti da 600 milioni di euro, molti dei quali resteranno in Italia. «Il nostro nuovo piano di sviluppo è stato elaborato in continuità con il percorso fatto negli ultimi 10 anni, che ha visto oltre 1 miliardo di euro investito in ABS. Ora siamo pronti per un ulteriore “level up” per crescere sia in termini di volumi, verso i 2 milioni di tonnellate, sia in termini di valorizzazione del prodotto, con un upgrade che riguarda anche il modello di business. Provo a riassumere quanto già annunciato partendo da Sisak, dove già da questo mese procederemo con il revamping del forno per poi lavorare sulla verticalizzazione delle produzioni con una missione specifica per lo stabilimento. Al momento, infatti, i semilavorati in arrivo dalla Croazia alimentavano il nuovo laminatoio vergella di Cargnacco, che puntiamo a rendere indipendente. Per questo realizzeremo un’acciaieria Danieli “digital melter” per alimentarlo, migliorandone al contempo l’efficienza generale. A questi si aggiungono una serie di interventi di ottimizzazione, oltre alla produzione di sfere macinanti che dovrebbe entrare ufficialmente in produzione a settembre». 

Gli interventi annunciati non mancano inoltre di mantenere un focus sulla sostenibilità, leitmotiv non solo della siderurgia ma dell’industria europea. «Sul fronte della sostenibilità in questo piano il focus principale punta a rendere la produzione sostenibile non solo a livello ambientale, ma anche economico. Un elemento cruciale per il futuro del nostro settore in Europa, anche se spesso non viene riconosciuta dalle istituzioni l’importanza sul fronte del sostegno alle imprese, e questo potrebbe essere penalizzante nella competizione globale futura. È chiaro che bisogna trovare soluzioni, ma lo si deve fare in tempi che siano coerenti anche con i ritmi sostenibili di un cambiamento. È necessario che strumenti come il CBAM supportino le aziende o ci si trova solo con i capex che salgono facendo perdere di competitività all’impresa. Per noi, che esportiamo il 50% del nostro prodotto fuori dall’Italia e il 15% fuori dall’Ue, già adesso competere risulta una sfida». 

L’intervista si è conclusa con un accenno alla verticalizzazione del produttore siderurgico friulano verso la distribuzione con la nascita di ABS Service. «ABS Service rappresenta un altro punto importante del nostro maxi piano di investimento - ha concluso Scolari –, e rientra in quello che prima ho definito un’evoluzione del modello di business. Più che un progetto, ABS Service è già una realtà con l’entrata in funzione dallo scorso marzo del primo magazzino a Brescia. Anche se la messa a punto è ancora in corso. L’idea è quella di voler essere sempre più vicini al cliente per trovare insieme le soluzioni migliori. È un passaggio verso il concetto di capillarità che puntiamo ad applicare in tutto il mondo partendo proprio dall’Italia».


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