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Fondamentali di mercato positivi per Arvedi Tubi Acciaio

Pegorari: «I coils se non l'hanno già raggiunta sono vicini alla fine della discesa»

DÜSSELDORF -Se ad ogni partecipazione al Tube venisse apposto un timbro sul passaporto, l’Ad di Arvedi Tubi Acciaio Pierluigi Pegorari potrebbe vantare una collezione completa. Un’esperienza che gli permette di valutare con oggettività temi e trend che hanno caratterizzato l’edizione in corso ormai orientata verso la chiusura. 

Dottor Pegorari lei ha partecipato a tutte le edizioni del Tube, questa del 2022 come sta andando?

Sicuramente la data scelta cade in un momento di mercato particolarmente complesso, che ha avuto evidenti riflessi anche sulla partecipazione e l’affluenza in fiera. Inoltre, qui in Germania le ferie sono già iniziate e devo dire che anche di visitatori extra europei ne abbiamo visti relativamente pochi se confrontati con le edizioni passate. Per noi il Tube oltre ad essere un’occasione per raccogliere nuovi contatti è anche un momento per guardare l’offerta tecnologica dal momento che sono presenti anche molti impiantisti un settore che sta ancora vivendo un momento d’oro grazie all’industria 4.0 ma che si trova ora a fronteggiare evidenti difficoltà per la mancanza di componentistica che si riflette sui termini di consegna. 

Che indicazioni avete raccolto in fiera?

Al momento gli operatori passano a trovarci per avere confronto e conforto visto l’andamento di mercato. Devo dire però che, come azienda, riteniamo i fondamentali del mercato positivi, anche se questo senso di incertezza che domina il mercato ha fatto praticamente sparite tutta la componente apparente dei consumi che invece era stato il boost della prima parte dell’anno. La nostra azienda serve diversi settori: dalle costruzioni, all’energia automotive, alla precisione e all’impiego strutturale sia con prodotti a freddo che a caldo. In questo scenario abbiamo visto come l’eventuale defiance di alcuni settori sia stata compensata da ottime performance di altri, pertanto, la media resta in territorio positivo. Ovviamente questi presupposti hanno generato una sorta di timore al riacquisto.

Alla luce di questa media positiva, per voi come è andata la prima parte del 2022?

Devo dire che il primo semestre è avviato a chiudersi con numeri soddisfacenti in termini sia di volumi che di ricavi. Abbiamo ovviamente patito, ma in certi casi anche beneficiato dello scoppio del conflitto russo ucraino. Infatti, se da un lato lo scoppio della guerra ha incrementato i costi produttivi, allo stesso tempo ha lasciato molti clienti che si approvvigionavano da quelle provenienze orfani di fornitura, clienti che si sono rivolti a noi produttori europei per integrare gli approvvigionamenti. Per noi, inoltre, l’integrazione in un grande gruppo ha permesso di poter fornire i nostri clienti nei tempi, nelle quantità ed ai prezzi concordati. Questo effetto è finito e, stiamo lavorando per gestire i nuovi livelli di costo energetico.Doveroso un cenno all’aspetto umanitario che pesa come un macigno sui nostri animi.  

Sono emerse criticità particolari?

Nulla di insuperabile, dà però “fastidio” vedere come la Russia riversi a competitor materie prime, energia e semilavorati, alimentando un sistema di concorrenza “sleale” in diversi paesi, che loro ritengono “amici”, che trasformano materiale e lo re-immettono sul mercato a prezzi molto bassi. Ho visto partite a condizioni che la nostra industria e le istituzioni europee non dovrebbero accettare.

Passiamo alla seconda parte dell’anno come sarà alla luce degli scenari descritti? È già possibile farsi un’idea?

Come ho detto se i fondamentali resteranno buoni la situazione dovrebbe migliorare. I coils a caldo se non hanno già raggiunto il fondo della discesa ci sono vicini. Una volta cambiato il trend la situazione dovrebbe tornare a vedere la crescita protagonista.

La fiera è un’occasione per approfondire anche i macrotrend globali, cosa. Emerso fino ad ora?

Sicuramente l’attenzione all’ambiente è stata protagonista di questo Tube 2022. Ed è diventato una cosa sempre più concreta a partire dalla nostra acciaieria che punta a raggiungere la neutralità emissiva già dalla fine di quest’anno. Non ho ancora visto una quantificazione concreta in una sorta di extra ambientale di questi sforzi, ritengo però che forse nella fase iniziale solo i settori più “nobili” potrebbero essere disposti a riconoscere questo premium sui prodotti. Un altro tema di fondo è senza dubbio quello dell’automazione, non solo come ammodernamento degli impianti, ma anche come necessità di compensare le numerose figure professionali che strutturalmente si faticano a trovare. Le richieste del mercato però restano sempre orientate ad acciai più leggeri e performanti oltre che carbon-neutral.

Sul fronte investimenti dobbiamo aspettarci novità?

Abbiamo investimenti importanti in progressione, ancorché ai volumi sono però più orientati ad un completamento della gamma disponibile e ad un ampliamento dei servizi che potremo offrire al cliente.


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