1 marzo 2022 Translated by Deepl
«Al momento, le quotazioni sono in una fase di riflessione legata allo shock da conflitto, ma alla riapertura ci aspettiamo rialzi nell’ordine del 150-200 euro la tonnellata». Ad anticipare l’entità dei possibili rincari sui prodotti piani è stato Cesare Viganò, consigliere delegato di ArcelorMittal CLN distribuzione Italia, ospite del webinar di siderweb “MERCATO & DINTORNI - Piani sotto la lente d’ingrandimento”.
Incalzato dal pubblico che chiedeva quando ci sarebbe stata la ripresa delle quotazioni, il manager ha risposto: «Confermo che dall’avvio del conflitto le vendite sono state di fatto bloccate. Eravamo in fase di contrattazione sia in acquisto che in vendita per consegne a maggio e tutto è stato sospeso. Uno stop che è necessario da parte di tutto il sistema per provare a valutare quali saranno i prossimi scenari, dopo un evento che rappresenta un punto di rottura con le dinamiche abituali. Le quotazioni riprenderanno quando si avranno indicazioni da parte dei produttori e dei fornitori all’import sull’evoluzione del quadro. Ci aspettiamo aumenti rilevanti nel breve periodo: i rumor parlano di rialzi nell’ordine di 150-200 euro la tonnellata. Valori comprensibili se si pensa che materie prime, semilavorati, energia erano già sotto pressione prima dell’attacco russo e a questo si sommerà una logistica completamente da riorganizzare».
Viganò ha anche ricostruito l’evoluzione del prezzo per i coils a caldo che durante il periodo pandemico ha subito degli shock di prezzo che avevano portato le quotazioni a triplicare in valore in un solo anno (luglio 2020-luglio 2021) passando da 400 a 1.200 euro la tonnellata base; per poi ripiegare a 800 euro la tonnellata nella fase finale dello scorso anno.
«Queste oscillazioni hanno avuto un notevole impatto finanziario sulle aziende che si sono trovate a dover gestire flussi di capitale mai visti in precedenza, e a volte ad attuare fidi ai clienti in maniera autonoma, dal momento che le assicurazioni del credito non si erano riparametrate sui nuovi valori. La situazione sembrava tornata però in equilibrio nelle ultime settimane e le quotazioni erano riprese regolarmente, almeno fino all’arrivo del nuovo “cigno nero”».
Un comparto, quello dei piani, in cui però l’automotive ha vissuto un biennio particolarmente complesso, dal momento che al crollo dei consumi legato alla pandemia si è aggiunto il blocco delle produzioni per lo shortage di microchip e semiconduttori. Uno scenario che per Viganò si è tradotto in un calo «del 26% del comparto automotive sul 2019. Auto che anche per il 2022 non era prevista in ripresa se non nella seconda parte dell’anno. Ma anche in questo caso si dovrà aspettare per capire quanto l’effetto del conflitto modificherà gli scenari elaborati in precedenza».
A chiudere l’intervista sono stati gli scenari post conflitto che vedranno, per il manager di ArcelorMittal CLN, rincari trasversali su tutti i prodotti. «Tutto da capire invece se ci sarà un’ulteriore influenza anche sul processo di revisione delle clausole di Salvaguardia in corso, entro la scadenza del 1° luglio 2022. I rumor provenienti da Bruxelles indicavano un’apertura a un utilizzo più flessibile delle quote di contingente. Direi che data l’evoluzione di scenario questa necessità di revisione delle dinamiche si impone con maggior forza per i legislatori, dal momento che potremo assistere a fenomeni di shortage e alla necessità di ricorso al trading internazionale».
Davide Lorenzini
23 maggio 2025
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