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Ex Ilva: riconversione tecnica possibile in poco meno di tre anni

Al webinar “Cieli azzurri per la siderurgia” gli interventi di Giovanna Villari (SAIPEM) e Alessandro Martinis (Danieli)

Di grande interesse, nel corso del webinar “Cieli azzurri per la siderurgia”, organizzato oggi da siderweb, è stata la parte dedicata all’approfondimento dei temi legati alla collaborazione Danieli-SAIPEM-Leonardo finalizzata alla riconversione sostenibile degli impianti primari ad alta intensità energetica nel settore siderurgico.

Del tema hanno parlato, sollecitati da Davide Lorenzini, direttore responsabile di siderweb, Giovanna Villari, Sustainable Technologies Business Development Manager di SAIPEM e Alessandro Martinis, Executive Vice Presidente di Danieli & C. Officine Meccaniche.

«L’obiettivo – ha detto Giovanna Villari – è fornire ai clienti soluzioni chiavi in mano, integrando tecnologie che permettano di ridurre le emissioni anche utilizzando una miscela di gas e idrogeno per la riduzione del minerale di ferro e puntando a sistemi di cattura della CO2». Un ruolo importante, nella fase attuale, secondo Villari, «lo reciterà il gas naturale, mentre nel futuro diventerà rilevante quello dell’idrogeno».

Uno dei temi rilevanti, a proposito di decarbonizzazione delle produzioni di acciaio, è ovviamente quello che la riduzione dell’impatto ambientale: «Ogni impianto – ha spiegato la Sustainable Technologies Business Development Manager di SAIPEM – ha le sue peculiarità e nel confrontarsi con esse si devono tener presente l'integrazione con il territorio e gli effetti e le ricadute che può avere sulla salute delle persone».

Venendo ad un caso di stringente attualità, come il Siderurgico tarantino, Alessandro Martinis ha detto che «per l’ex Ilva Danieli ha avanzato una proposta che prevede la sostituzione degli altiforni con tre impianti di riduzione e tre forni elettrici», una soluzione che permetterebbe di ridurre drasticamente l’impatto ambientale del siderurgico pugliese, visto che «produrre acciaio da altoforno determina il rilascio di due tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di prodotto, che potrebbero essere ridotte a 7-800 chili con il forno elettrico e, in prospettiva, portate a livelli minimali con l’utilizzo di gas e idrogeno».

Martinis ha inoltre specificato che per quanto riguarda Taranto «il progetto potrebbe essere completanto nell'arco di 30-35 mesi, una volta firmato l'ordine e ottenute tutte le autorizzazioni ambientali e territoriali necessarie». 

L’Executive Vice Presidente di Danieli & C. ha poi ricordato che «Energiron, la tecnologia messa a punto da Danieli in collaborazione con Tenova, e basata sulla riduzione diretta del minerale di ferro utilizzando gas naturale, anche arricchito con idrogeno, permette di separare la CO2 dai gas di processo durante l’esercizio dell’impianto e di immagazzinarla, per poi utilizzarla per altre applicazioni».

Alessandro Martinis è poi tornato su un tema già toccato da Carlo Mapelli: «La totale decarbonizzazione dell’acciaio – ha detto – è molto difficile. Si può limitare la quantità di carbone o carburizzare il bagno liquido nel forno. Noi poi pensiamo che si possa aumentare la percentuale di idrogeno, ma fino ad un certo limite ed in funzione dell’acciaio che si vuol fare. Ma per fare l’acciaio ci vuole il carbonio e questo è un fatto».


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