21 ottobre 2020
«Le prospettive di crescita della domanda di acciaio cinese sono passate dall'1% previsto a maggio all’8% stimato a ottobre, in accordo con i dati della World Steel Association. Il segreto sono piani di stimolo ben mirati».
È partito da questo dato di sviluppo il direttore generale di Federacciai, Flavio Bregant, ospite del webinar di siderweb “Reagire alla crisi: i settori utilizzatori di acciaio”, per rimarcare come anche in Italia si possa stimolare la domanda di acciaio utilizzando strumenti di sviluppo ben mirati.
«Basterebbe pensare a un piano di consolidamento dei viadotti – ha evidenziato Bregant –. Un intervento che potrebbe contribuire a risolvere anche il problema legato alle arterie obbligate per i trasporti eccezionali, che di fatto crea non poche problematiche alla circolazione delle merci».
Il direttore di Federacciai ha anche lanciato alle istituzioni la proposta di limitare alle imprese e materiali nazionali gli appalti per le opere che verranno finanziate con i prestiti europei. «Non vorrei che con gare europee si indebitasse lo Stato italiano per dare benefici alle aziende competitor delle nostre» ha detto Bregant. Un rischio che per i produttori siderurgici si potrebbe presentare anche sul fronte degli investimenti ambientali.
Tornando invece più nel dettaglio dei dati forniti da Federacciai, l’associazione dei produttori siderurgici ha confermato che la somma di costruzioni, automotive e meccanica vale per oltre il 73% dei consumi di acciaio. Consumi che, però, sin dal 2000 sono in calo costante, a testimonianza di come i prodotti siderurgici vengano sostituiti a seconda dell’impiego.
«Ad eccezione di tondo per cemento armato e travi, che si rivolgono soprattutto all’edilizia, il resto dei prodotti si divide in maniera più o meno equilibrata tra i principali settori di consumo» ha precisato il direttore di Federacciai.
Infine Bregant ha rimarcato come i provvedimenti di protezione all’import messi in campo da diversi Paesi esteri hanno anche indebolito la spinta all’export italiano che resta per quasi il 76% rivolto ai Paesi europei e per la restante quota percentuale fuori dai confini comunitari.
Il quadro finale sul fronte del consumo vede quindi un acciaio in via di sostituzione rispetto al passato, ma che sulla scia della sua estrema riciclabilità potrebbe tornare in auge se le istituzioni varassero provvedimenti davvero efficaci, soprattutto sul fronte delle infrastrutture.
Davide Lorenzini
8 novembre 2024
Nuova edizione del siderweb TG. #siderwebtg Credits: archivio siderweb; World Steel Association media library.
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