13 maggio 2020
«È ancora un periodo di riscaldamento». Questa la considerazione che Gian Mario Gambirasio, Branch Director per l’Italia di Buhlmann, fa di questi primi giorni di “Fase 2” per quanto riguarda la distribuzione di tubi senza saldatura destinati al Powergen.
«Se a gennaio e febbraio la situazione era pressoché normale, nell’arco di poche settimane abbiamo assistito ad un change repentino che, inevitabilmente, ha generato uno tsunami a tutti i livelli. Come filiale italiana di Buhlmann, nel pieno rispetto delle regole, abbiamo mantenuto pressoché invariata la nostra attività e disponibilità per i clienti, grazie all’operatività della nostra casa madre, sempre ottemperante a quanto definito dal loro Governo. Dobbiamo però rilevare che la domanda dei nostri clienti, progressivamente, si è andata contraendo, anche alla luce della profonda crisi economica in cui è entrato il mercato del petrolio».
Proprio l’estrema volatilità a cui è sottoposto in queste settimane il prezzo del greggio sta generando un regime di incertezza che condiziona considerevolmente qualsiasi tipo di nuovo progetto legato al comparto energetico.
«Fino a quando il petrolio verrà venduto a prezzi estremamente bassi è difficile pensare e sperare che i grandi progetti internazionali, ad oggi bloccati, possano ripartire. In ottica costruttiva voglio però anche segnalare che, da qualche settimana, stiamo assistendo ad una lenta riaccensione. Sicuramente ci vorrà del tempo perché possa essere ripristinata nel suo insieme la catena di filiera che va dalla progettazione alla commessa».
In questo scenario si innesca quella che potrebbe essere la piaga più impattante del 2020: i mancati o ritardati pagamenti con i connessi effetti domino.
«Abbiamo visto nelle ultime settimane dei tagli importanti sul fronte degli affidamenti sul credito, non solo per chi era già traballante, ma anche per realtà che si potrebbero ritenere “insospettabili” - ha evidenziato il manager -. In questo contesto anche il presentare il bilancio 2019 come referenza non fa massa critica, essendo le società di assicurazione del credito più focalizzate ad una valutazione del "Qui ed ora" che non anche dello storico. Quello che serve nell’immediato, oltre a mantenere fisso lo sguardo sulla luce alla fine del tunnel, è coltivare reattività, flessibilità e fluidità. Parametri che ci permetteranno di affrontare altri possibili cambi di scenario in modo più consapevole e soprattutto funzionale. Questa situazione di emergenza ci sta costringendo ad una revisione dei paradigmi e dei metodi di lavoro mettendo in circolo tutta l’esperienza maturata nelle precedenti stagioni ma adattandola a nuove visioni».
Il “problema” può dunque diventare opportunità per innestare cambiamenti che nel medio e lungo periodo possono aprire nuovi percorsi, alternativi rispetto agli usuali.
«Per quanto ci riguarda direttamente stiamo cercando di ampliare sia la gamma di prodotti che i settori di utilizzo per compensare parte dei volumi persi e per aprire altre strade sino ad ora poco battute. Siamo consapevoli che il rischio che in un mercato sempre più stretto si lotti per accaparrarsi lo stesso ordine esiste ed è concreto, ma siamo pronti a giocarci la partita. Le prospettive ci sono, anche se stiamo assistendo a dei “ritorni” inattesi».
Il riferimento specifico è alle realtà cinesi tornate sul nostro mercato dopo alcuni anni di calma; «un indicatore di cui dobbiamo tenere conto perché racconta di quanto la situazione resti complessa anche per i produttori del Dragone» conclude Gambirasio.
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