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Ex Ilva: accordo entro il 31 o tribunale

La minaccia è arrivata dal ministro Stefano Patuanelli: il tempo ormai è davvero ridotto al minimo

TARANTO – «Abbiamo detto il 31 gennaio, se non si chiude entro il 31 ci vediamo il 7 febbraio in Tribunale». Queste le parole del ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, in risposta ai cronisti che gli chiedevano un aggiornamento sulla trattativa con ArcelorMittal sull'ex Ilva.

Dunque, entro venerdì il governo e la multinazionale dovrebbero raggiungere un'intesa di massima sul nuovo piano industriale per il siderurugico di Taranto. Viceversa, stando a quanto dichiarato Patuanelli, la causa civile presso il tribunale di Milano continuerebbe sino a sentenza, il che vorrebbe significare una sospensione delle attività dell'ex Ilva, con gli impianti al minimo, sino a quando i giudici non stabiliranno chi tra i due contendenti abbia ragione. Una possibilità che però stride con i propostiti e le dichiarazioni degli ultimi giorni del premier Conte e le rassicurazioni dell'azienda tramite l'ad Morselli che a Genova pochi giorni fa ha dichiarato che la multinazionale non vuole abbandonare l'Italia

Quest'oggi, a seguito delle varie richieste dei sindacati, l’azienda ha convocato gli stessi per illustrare l’assetto di marcia del primo trimestre 2020. Nella fattispecie, l’azienda ha comunicato che per i primi tre mesi ci sarà un aumento produttivo di ghisa, rispetto all’ultimo trimestre del 2019, che passerà da 11,5 mila tonnellate giornaliere a 12,5/13 mila tonnellate.

Di seguito riportiamo le aree e i reparti con i seguenti assetti produttivi: Area Ghisa Materie Prime: viene confermato l’approvvigionamento di 30mila tonnellate giornaliere in attesa di una realizzazione di progetti che prevedono innovazioni tecnologiche sullo sbarco delle materie prime presso il IV° sporgente. Tali innovazioni saranno comunicate successivamente alle organizzazioni sindacali. Altiforni: è prevista la marcia dei tre altiforni per una produzione giornaliera di 12,5/13 mila tonnellate. In riferimento ad Afo2 è prevista una fermata di 4/5 giorni per effettuare uno shoot creet (rivestimento refrattario). Per Afo4 è prevista una fermata di 45 giorni nel 3° quadrimestre per la sostituzione degli stessi piastroni di rame. Acciaieria: l’azienda ha comunicato che a seguito del ripristino del convertitore 1 di ACC/2 saranno effettuati dei “test stress” per garantire un numero di 45 colate giornaliere necessarie all’eventuale aumento produttivo. Fim, Fiom e Uilm hanno, tuttavia, ribadito la propria contrarietà a nuovi assetti di marcia in acciaieria in assenza di interventi preventivi di manutenzione ordinaria e straordinaria. 

Area Laminazione Laf - Decatreno: 15 turni settimanali fino al 31 marzo. Successivamente si fermerà per circa 4 settimane per poter effettuare delle manutenzioni sugli stessi impianti. Decapaggio: 15 turni settimanali; Zincatura 2 : 20 turni settimanali; Zincatura 1: ripartenza slittata di circa 10 giorni per attività di manutenzione; Tna 2: 20 turni settimanali; Tna 1: al momento, secondo quanto riportato da ArcelorMittal, non c’è visibilità sia per assenza di commesse che per gli attuali assetti di marcia; Fna 2: la turnazione rimane invariata; Treno Lamiere – Tubifici ERW Tla:  ripartenza slittata di 10 giorni circa, rispetto alla data prevista del 10 Febbraio, per problemi riscontrati in fase di manutenzione in merito a dei motori elettrici. Inoltre, l’azienda ha comunicato ai Coordinatori di fabbrica la possibilità che nelle prossime settimane possano essere acquisite ulteriori commesse per garantire la continuità produttiva. ERW: non sono previste al momento ripartenze prima del 31 marzo

Fim, Fiom e Uilm hanno richiesto ad Arcelor Mittal, per tutti i lavoratori con fermate lunghe, «di effettuare rotazioni e/o ricollocazioni su altri impianti». Inoltre hanno richiesto di «ripristinare i progetti di riqualificazione di aree esterne e interne al perimetro aziendale, così come previsto all’interno dell’addendum ministeriale. Tali attività dovranno essere effettuate dagli stessi lavoratori per i reparti maggiormente colpiti dalla CIGO».

Le imprese dell'indotto ex Ilva di Taranto si sono invece autoconvocate per domani alle 10 davanti alla palazzina della direzione del siderurgico di Taranto denunciando una «persistente situazione di impasse riguardante i pagamenti da parte di ArcelorMittal Italia». È quanto rende noto la sezione locale di Confindustria, segnalando nuovi ritardi nel ristoro dei crediti alle imprese. Si parla di circa 30 milioni di euro e di un paio di mesi di arretrati.

Già una decina di giorni fa un gruppo di autotrasportatori dell'indotto che lavora con ArcelorMittal manifestò per le stesse ragioni davanti alla portineria imprese. La protesta rientrò dopo un incontro con la dirigenza che aveva garantito il ristoro dell'80% dello scaduto. Confindustria prese le distanze da quell'iniziativa in quanto aveva ricevuto rassicurazioni dall'azienda, ma i ritardi nei pagamenti stanno proseguendo. Il problema si sta riproponendo e l'associazione degli industriali annuncia che domani sarà ancora al fianco delle imprese nella nuova manifestazione di protesta.


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