23 maggio 2019
RHO (Mi) - «Credo che al giorno d’oggi l’innovazione e la dotazione di impianti moderni non siano un merito o un vanto, ma un obbligo per chi vuole mantenere le produzioni a livelli di eccellenza». Riassume così Giovanni Bajetti, direttore commerciale, marketing e programmazione del Gruppo Acciaierie Venete, l’investimento nel nuovo laminatoio basato su tecnologie 4.0 realizzato dal produttore siderurgico veneto nella sede di Padova.
Il nuovo impianto è stato anche protagonista di un evento di presentazione dedicato, tenutosi nel corso dell’ultima edizione di Made in Steel.
«Dal punto di vista puramente impiantistico, questo treno non rappresenta una rivoluzione – prosegue Bajetti –. Stiamo sempre parlando di alcune gabbie, uno sbozzatore e di un calibratore, che di fatto sono solamente delle versioni migliorate di quanto è già in essere. Quello che è veramente innovativo è rappresentato da questa miriade di dati raccolti dai sensori nel corso del processo, che opportunamente interpretati e classificati sono in grado di aprire innumerevoli possibilità di creare nuove tipologie di materiale, e possono aiutare anche a ripensare e riorganizzare l’intero stabilimento».
Novità che, secondo il manager del gruppo veneto, hanno bisogno che anche il "classico operaio specializzato siderurgico" compia un passo in avanti, evolvendo insieme all’impianto.
«La partenza di questo nuovo treno ci ha quindi portato non solo a fare nuove assunzioni, ma anche ad avviare percorsi di formazione specifici. Formazione con programmi particolarmente "spinti" sulle nuove tecnologie, per far sì che si possa mettere a frutto appieno tutte le potenzialità di questo importante investimento».
Un obiettivo ambizioso, che rappresenta al contempo sia la potenzialità illimitata, sia il maggior scoglio da superare per far sì che l’investimento possa raggiungere i risultati sperati. «Credo che la cosa più interessante che questo nuovo investimento comporta sia data dalle infinite possibilità che è in grado di offrire e delle strade che può aprire».
Secondo Bajetti, i primi benefici in termini di ottimizzazione del nuovo impianto produttivo si potranno vedere almeno dopo un anno di produzione, per poi raggiungere livelli significativi nell’arco di un triennio di funzionamento. «Il lavoro all’orizzonte è sicuramente duro, per questo abbiamo già inserito nel nostro team del centro di ricerca e sviluppo anche un ingegnere informatico, una figura che fino a pochi anni fa sembrava molto lontana dal nostro settore. Questo centro di ricerca dovrebbe poi generare un patrimonio di conoscenze che potranno andare a beneficio di tutti gli impianti del gruppo».
Il fatto che parte del patrimonio di un’impresa sarà rappresentato da dati digitali e dal sistema della loro interpretazione impone, inoltre, alle grandi aziende investimenti in cybersecurity a cui diversi produttori siderurgici stanno prestando sempre più attenzione. «Credo che il nostro direttore industriale Giorgio Zuccaro abbia centrato la definizione del momento in cui ci troviamo. Siamo infatti all’inizio di una strada talmente lunga e aperta ad ogni possibilità di cui è difficile capire il traguardo finale, perché a ogni bivio si aprono nuove possibilità da esplorare. Credo che possa essere un’esperienza molto divertente anche per chi seguirà le nostre orme, dal momento che non credo di essere presente quando questo viaggio raggiungerà il suo traguardo ultimo».
Al di là dei nuovi capitoli, il nuovo impianto permetterà sicuramente un ulteriore miglioramento della qualità dei prodotti di Acciaierie Venete e una possibilità di ulteriore personalizzazione delle produzioni rispetto agli specifici bisogni del cliente.
La registrazione integrale del convegno "Innovazione e tecnologia 4.0 in un nuovo laminatoio per acciai speciali".
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