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Dopo il rilancio Caleotto guarda alla Germania

Avviato il nuovo calibratore quattro passi: più qualità, tecnologia laser e gamma di vergella ampliata

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RHO (Mi) - Con la chiusura del 2018, Caleotto ha raggiunto gli obiettivi che erano stati prefissati quattro anni fa, al momento della sua acquisizione in joint venture paritetica da parte di Duferco Italia Holding e Feralpi Siderurgica. Si auspicava di poter riportare lo storico impianto lecchese agli antichi risultati di efficienza, di qualità e di servizio che Caleotto aveva sempre espresso, a ciò che aveva per decenni rappresentato per il polo brianzolo dei trafilieri. Un risultato raggiunto, come testimonia anche la chiusura del bilancio 2018 in utile

Una sfida nondimeno «difficile, con un mercato abituato ad essere servito da acciai da altoforno, così come quella del riallacciamento dei rapporti con la clientela». «Abbiamo acquisito Caleotto nel 2015 – ricorda Domenico Campanella, presidente di Caleotto - trovandolo stremato, avendo esso attraversato una vicenda lunga e difficile, relegato a un ruolo di produzione di acciai comuni di basso e medio livello». Oggi la situazione è del tutto cambiata.

Nel triennio sono stati investiti in Caleotto oltre 20 milioni di euro; circa 13 solo nel 2018, nel calibratore quattro passi fornito dalla tedesca SMS Meer e suoi equipaggiamenti, tra cui una testa forma spire. Il nuovo impianto - presentato per la prima volta a Made in Steel - è unico di questo tipo in Italia (e non solo) negli acciai speciali e consente di effettuare lavorazioni termomeccaniche, ottenendo benefici sul prodotto, riducendo o facendo saltare alcune lavorazioni o trattamenti termici. Permetterà di ampliare la gamma produttiva di Caleotto: a quella "storica", dal diametro tra i 5,5 ed i 17 mm, si aggiungerà quella dal diametro tra i 4,5 e i 26 mm. Inoltre, il nuovo calibratore consentirà di migliorare la qualità superficiale e le tolleranze dimensionali della vergella.  

 

Sono stati inoltre assunti 6 giovani ingegneri, formati dal Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco, uno dei solamente tre in Italia che forma i metallurgisti. Nel futuro ci sono «l’inserimento di altre 7-8 persone e un aumento della produzione – anticipa Lorenzo Angelini, amministratore delegato di Caleotto -, ma per il momento la situazione del mercato non lo permette». 

La produzione ammonta oggi a circa 200mila tonnellate di vergella per impieghi speciali, a basso, medio e alto carbonio, con utilizzi che spaziano dagli acciai per molle, alla viteria e al filo per saldatura. Con l’avvio della seconda fase, dopo il consolidamento si punta alla crescita.
L’obiettivo è la fidelizzazione del mercato nazionale, che rappresenta la fetta maggiore dei clienti di Caleotto, con quel polo territoriale lecchese e brianzolo della trafilatura che attendeva con ansia e da anni di avere un partner affidabile. Si guarda però anche alla conquista di nuove nicchie di mercato, grazie all’ampliamento della gamma prodotti, e all’aggressione dei mercati esteri, in particolare quello tedesco, di riferimento per la bulloneria, e con una esigenza qualitativa spinta. «Richiederà del tempo – spiega il presidente Campanella -, ma è una nuova prospettiva nella quale crediamo in modo convinto e forte». Non rilevante nell'immediato, secondo Campanella, il contributo distorsivo sui prezzi dei competitor nazionali. 

 

Le caratteristiche e le finalità del nuovo impianto sono state al centro del convegno "Ricalibriamo il futuro. Caleotto e SMS insieme per gli acciai di qualità", uno degli appuntamenti di Made in Steel 2019.
  Caleotto Made in Steel 2019

 


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