21 maggio 2019
RHO (Mi) - «La sensazione che attualmente si ha è che il nostro sia un Paese con maggiori difficoltà, rispetto al panorama europeo». Una dichiarazione senza se e senza ma quella rilasciata nel corso di Made in Steel da Cesare Viganò, Managing Director di ArcelorMittal CNL Distribuzione Italia (società presente nel settore dei centri di servizio, con lavorazioni dei coils e distribuzione di prodotti piani), frutto di un’analisi degli scenari politici ed economici dentro e fuori i confini nazionali.
«Siamo purtroppo il Paese con maggiori criticità strutturali all’interno del mercato europeo – ha sottolineato Viganò -. Un ulteriore elemento di dovuta attenzione sono i numeri dell’import nel primo trimestre del 2019, in aumento di oltre il 50% per i coils a caldo e tra il 10% e 15% per quelli a freddo e rivestiti: niente a che vedere con il trend delle importazioni da Paesi terzi negli altri Paesi europei maturi, intorno rispettivamente al 18% sul caldo e al 4%-5% su freddo e rivestiti».
Confrontando l’attuale dinamica dei reali prezzi di mercato, «i nostri valori domestici sono i più bassi del mondo, ovviamente senza riferirsi come benchmark ai prezzi domestici USA, che hanno differenziali non confrontabili con gli altri mercati asiatici ed europei».
Questa situazione si inserisce in un contesto globale dove i paesi del Far East «continuano a crescere, nonostante un visibile rallentamento, anche nel settore auto» e con gli Stati Uniti che «si stanno difendendo in maniera molto efficace, con misure di dazi e salvaguardia, che rappresentano la forte spinta verso la regionalizzazione dei mercati – ha evidenziato Viganò -. Vedremo nel tempo se questa politica reggerà, ma di certo sta sortendo già i suoi effetti, con le imprese siderurgiche americane in grado di massimizzare i profitti, che potranno essere anche reinvestiti in innovazione e ammodernamento degli impianti, con livelli di efficienza e produttività ampiamente migliorabili».
Complessivamente, l’economia globale sconta una crescita rallentata rispetto al 2018, con ripercussioni dirette sul mondo dell’acciaio. In quest’ottica il manager vede la decisione di ArcelorMittal di ridurre temporaneamente di 3 milioni di tonnellate la produzione in Europa, con anche l’ex Ilva di Taranto, oggi AM Italia, tra gli stabilimenti indirettamente toccati da tale scelta (gli altri sono in Polonia e Spagna).
«Credo che in qualità di leader di mercato, il gruppo ArcelorMittal abbia anche voluto mandare per primo un segnale forte, soprattutto riguardo ai prezzi che, nel corso del 2019 sono stati in continua riduzione – ha osservato Viganò -, e non è un caso che un’altra importante realtà, Marcegaglia, abbia intrapreso la stessa strada pochi giorni dopo», dato anche il trend rialzista in atto sulle materie prime, minerale di ferro in primis.
Stefano Martinelli
21 maggio 2025
L'intervista ad Alexander Julius, presidente di Eurometal, a Made in Steel.
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