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«La Lombardia guidi la rivoluzione elettrica»

Gli obiettivi del Cluster lombardo della mobilità, per valorizzare l'intera filiera dell'automotive

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MILANODal 2030 in Olanda non sarà più possibile vendere veicoli con motore a combustione interna in tutto il territorio del Paese. Sarà acquistabile solo il full electric. Una prospettiva che apre enormi margini di crescita in questa nicchia di mercato per l’industria automotive olandese. Che non sta rimanendo alla finestra a osservare i movimenti dei colossi asiatici: nell’Automotive campus di Helmond, a pochi chilometri da Eindhoven, dove si fa formazione, progettazione e sperimentazione, c’è una divisione che si sta dedicando alla produzione di veicoli elettrici, alla smart e green mobility, la AutomotiveNL, un cluster di associazioni e aziende, formato da oltre 170 membri.  

E se l’Olanda, per popolazione e Pil, è del tutto paragonabile alla Lombardia, allora anche la prima regione industriale italiana deve accelerare per non perdere le opportunità della nuova smart mobility, la mobilità "intelligente", elettrica, connessa, autonoma. Ne sono convinti al Clm, il Cluster Lombardo della Mobilità, associazione nata nel 2013 per promuovere lo sviluppo e la competitività dell’industria della Lombardia, che proprio all'Automotive campus ha organizzato una delle sue missioni più recenti.

Lombardia che avrebbe tutte le potenzialità per diventare un’area di «componentisti eccellenti per i nuovi veicoli elettrici e/o autonomi e connessi; per centri di ricerca oem (original equipment manufacturer); per lo studio e lo sviluppo di una mobilità italiana, fondata sui canoni del made in Italy, fascino, bellezze, efficienza; per la ricerca sui nuovi materiali e processi per la produzione dei veicoli del futuro; per lo studio di nuove forme di motor sport, a scopo non solo ricreativo, ma anche formativo e sostenibile, anche per rilanciare l’autodromo di Monza. Ma – ha detto Giampiero Mastinu, segretario generale del Clm – la Lombardia deve trovare un’immagine per potersi identificare e "vendere", come l’Olanda ha saputo fare».

Se ne è parlato nel pomeriggio di ieri, durante il convegno "Le sfide per la filiera lombarda della mobilità – La proposta del Cluster lombardo", nel dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano. «Tutte le maggiori case automobilistiche stanno investendo sull’elettrico, ma sarà da verificare se ci sarà una forte domanda. È una sfida, in un contesto regolatorio sempre più pressante – ha detto Saverio Gaboardi, presidente del Clm -. Sul mercato dell'auto la domanda è calata ed è diminuita anche la produzione in Italia. È un aspetto preoccupante». Seppur in uno scenario di incognite, «la Lombardia non può restare fuori dal clamoroso fenomeno dell’elettrico. Sentiremo anche altri stakeholder e proporremo che la Regione abbia un ruolo più centrale».

Certo non si può correre il rischio di rimanere esclusi da un settore ancora di nicchia, ma in espansione, e di non seguire i megatrend di connettività, guida autonoma, attenzione all’ambiente. Tuttavia, tra questi, c’è anche la spinta verso l’Asia, che rimarrà la più grande area produttiva di autoveicoli, assorbendo oltre il 60% dell’incremento produttivo mondiale dal 2018 al 2022; un incremento quasi del tutto dovuto alla produzione di autoveicoli ad alimentazione alternativa. Un rischio da scongiurare per l'automotive nazionale: «Nessuno può dire che la nostra industria non vuole l’elettrico – ha detto Roberto Vavassori, presidente di Clepa e Chief Business Development & Marketing Officer di Brembo -, vi si stanno investendo 250 miliardi di euro. Ma dobbiamo mantenere la leadership che ci siamo guadagnati a caro prezzo in 100 anni di sviluppo».

 


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