21 febbraio 2019
MILANO – Un duro risveglio. Forse è così che si può descrivere la reazione di una parte della filiera al varo delle misure definitive di Salvaguardia decise dalla Commissione europea.
«Abbiamo approcciato in maniera troppo passiva, negli ultimi 3-4 anni, al ritorno del protezionismo – ha spiegato durante l’evento organizzato da Assofermet "Salvaguardia acciaio" il presidente di Assofermet Acciai, Tommaso Sandrini -. Ci siamo illusi che il modello liberista e globalista che da metà anni ’90 era dominante a livello internazionale fosse destinato a continuare indefinitamente, invece la storia è andata diversamente». Negli ultimi 18 mesi, «questo modello è stato smantellato proprio dal suo artefice, gli Stati Uniti, che hanno abbandonato gli accordi multilaterali ed il primato dell’economia sulla politica, con un ritorno della supremazia politica e dei trattati bilaterali».
In quest’ottica, la Salvaguardia europea sull’acciaio «è il risultato di un cambio del paradigma in corso». Un cambio di paradigma «che prevede anche un cambio per le aziende, che dovranno essere capaci a farsi sentire laddove sono prese le decisioni politiche chiave per il comparto».
Questa è un’attività «molto impegnativa, ma necessaria: il commercio di acciaio è una cerniera fondamentale tra i produttori e gli utilizzatori finali e dobbiamo agire in modo da promuovere una logica di filiera, che tenga presente delle necessità di tutti. Sarà un processo lungo e difficile ma non possiamo tirarci indietro».
Entrando nello specifico del provvedimento, il presidente di Assofermet Riccardo Benso ha spiegato che «per noi la Salvaguardia è un tema strategico, perché determina gli investimenti del comparto ed indirizza le attività delle nostre imprese. Noi siamo convinti che il protezionismo sia negativo per il mercato: spesso questi provvedimenti di chiusura iniziano per proteggere una parte del settore ma poi non si sa dove finiscono. Gli effetti non sono calcolabili a priori e rischiano di danneggiare tutti». Insomma, «la Salvaguardia è rischiosa», ed è da «modificare». «Fortunatamente – ha proseguito Benso – sembra che la Commissione, in questo senso, abbia lasciato la porta socchiusa: sarà nostro compito spalancarla».
Ciò andrà fatto, innanzi tutto, «verificando i contingenti, il loro consumo e chiedendo variazioni alle quote se si evidenzieranno criticità per alcuni prodotti». Il primo appuntamento, in questo senso, è alle porte: il provvedimento varato dalla Commissione, infatti, prevede una clausola di riesame dei contingenti che scatterà non oltre il primo luglio prossimo.
Stefano Ferrari
9 maggio 2025
Edizione speciale del siderweb TG dedicata all'undicesima edizione di Made in Steel.
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