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Aprile 2016 - Congiuntura siderurgica

Mercato ancora in sofferenza, ma previsioni in miglioramento

Produzione mondiale in calo, con sette dei maggiori Paesi "d'acciaio" in frenata; output italiano in contrazione, con un tasso di utilizzo degli impianti intorno al 50%. E sul fronte nazionale, dopo un 2015 chiuso con un decremento delle esportazioni (-4,8%) a fronte di un aumento delle importazioni del 20%, il trend del commercio non sembra invertire la rotta. Una situazione complessa che mostra però alcuni segnali di miglioramento, tanto che il secondo trimestre potrebbe evidenziare un'inversione di tendenza. Ma vediamo il dettaglio.

Lo scenario mondiale
Nel mese di febbraio, la produzione mondiale di acciaio si è attestata a 120,4 milioni di tonnellate, con una riduzione del 3,3% rispetto allo stesso mese del 2015. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva globale è così sceso al 66,2%, con una diminuzione di 5,7 punti percentuali rispetto a febbraio 2015, ma con un incremento di 0,9 punti percentuali rispetto a gennaio di quest’anno. Degli undici principali paesi produttori del mondo, sette mostrano un decremento dei volumi (Cina -4,0%, Giappone -1,0%, India -3,6%, Russia -2,7%, Germania -4,3%, Brasile -8,7%, Italia -2,1%), mentre quattro salgono (USA +2,9%, Corea del Sud +5,0%, Turchia +4,0% e Ucraina +24,1%). Nell’UE, l’output di acciaio è stato di 13,1 milioni di tonnellate, con un calo del 6,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Dei 28 paesi membri dell’Unione, 22 hanno mostrato una riduzione dei volumi, mentre sono cresciuti soltanto Belgio (+3,7%), Repubblica Ceca (+1,9%), Finlandia (+0,6%), Francia (+2,6%), Grecia (+59,6%) e Olanda (+9,4%).

La siderurgia italiana
A febbraio 2016 la produzione di acciaio in Italia è risultata pari a 1,928 milioni di tonnellate, con una contrazione del 2,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva è di poco superiore al 50%. Nel primo bimestre dell’anno l’output è stato pari a 3,730 milioni di tonnellate, con un calo del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2015, pari ad una riduzione di 569.000 tonnellate.
Nel gennaio 2016 (ultimi dati disponibili), la diminuzione della produzione si è concentrata soprattutto sui laminati lunghi, che hanno perso il 9,0% rispetto a gennaio 2015, fermandosi a 751.000 tonnellate. La produzione di laminati piani si è attestata a 885.000 tonnellate, con un riduzione del 6,3%.

Il commercio estero di acciaio
Dopo un 2015 chiuso con un incremento delle importazioni del 20,2% ed un decremento delle esportazioni del 4,8%, l’Italia inizia il 2016 seguendo lo stesso trend nel commercio estero di acciaio. I dati di gennaio 2016, relativi esclusivamente agli scambi con i paesi extracomunitari, mostrano infatti che gli arrivi di prodotti siderurgici sono stati pari a 816.000 tonnellate, con un incremento del 4,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. L’incremento è avvenuto grazie alla spinta dei prodotti piani, saliti del 15,1% a 511.000 tonnellate, mentre i lingotti sono scesi del 9,9% (219.000 tonnellate) ed i lunghi del 9,8% (46.000 tonnellate). Le esportazioni italiane di acciaio sono state di 248.000 tonnellate, con una diminuzione del 37,4% rispetto a gennaio 2015. Con la sola eccezione dei lingotti e semilavorati (+66,7% a 10.000 tonnellate), tutte le altre categorie di prodotti scendono: i lunghi perdono il 49,3% (68.000 tonnellate), i piani il 38,1% (91.000 tonnellate) ed i prodotti di prima trasformazione il 31,9% (64.000 tonnellate). Il saldo commerciale italiano, a gennaio, è così negativo per 568.000 tonnellate, mentre l’anno prima era stato di -382.000 tonnellate.

Le previsioni a breve termine
Le previsioni per il secondo trimestre del 2016 sono leggermente migliori di quelle del primo trimestre appena trascorso. Il consumo reale di acciaio nell’UE dovrebbe crescere dell’1,8% rispetto allo stesso periodo del 2015, un punto in più rispetto al tasso di crescita tendenziale del primo trimestre di quest’anno. Il consumo apparente dovrebbe invece aumentare dell’1,5% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, con un netto recupero nei confronti dei primi tre mesi del 2016, che sono stati caratterizzati da un forte alleggerimento delle scorte che ha contribuito a soddisfare l’aumento della domanda reale di acciaio a scapito di nuova produzione. A trainare la crescita del consumo di acciaio nel secondo trimestre sarà ancora il settore automotive (+4%) al quale si aggiungeranno gradualmente il settore delle costruzioni (+2,8%), della produzione di tubi (+2,5%), dei prodotti in metallo (+2%) e degli apparecchi domestici (2%). Diminuirà invece il consumo di acciaio nel settore della meccanica strumentale a causa del rallentamento della produzione. Le importazioni decelereranno a causa dell’aumento dei prezzi all’import che ridurrà il differenziale rispetto ai prezzi dei produttori nazionali. Per le esportazioni non si prevedono variazioni significative rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Prezzi: febbraio stabile, ad inizio marzo risalgono le quotazioni
A marzo riprendono quota i prezzi dell’acciaio in Italia. Le ultime rilevazioni effettuate da Siderweb, infatti, mostrano che il SiderIndex (ovvero l’indice che misura il prezzo medio alla tonnellata dell’acciaio al carbonio sul mercato italiano) il mese scorso è stato pari a 250,36 euro la tonnellata, 21,2 euro la tonnellata in più rispetto al livello di febbraio. In termini percentuali, l’aumento è stato dell’8,5%. Il trend di incremento sembra proseguire anche nei primi giorni di aprile: nella prima rilevazione del mese l’indice è arrivato a 267,36 euro la tonnellata, con una crescita del 6,8% rispetto a marzo.
Entrando nel dettaglio delle varie categorie di prodotti siderurgici rilevati da Siderweb, il mese scorso i piani hanno guidato gli aumenti, con i coils a caldo che sono cresciuti mediamente di 43 euro la tonnellata rispetto a febbraio, le lamiere a caldo di 33 euro la tonnellata e le lamiere zincate di 40 euro la tonnellata. Più contenuti gli incrementi dei prodotti lunghi, con il tondo che mostra il maggior incremento con +13,7 euro la tonnellata rispetto al livello del mese precedente.
Anche il rottame fa registrare una crescita. A marzo il valore medio registrato per la materia prima delle categorie 01-E3, 33-E40, 50-E8, 41-E5M (le quattro principali qualità di rottame vendute sul mercato nazionale) è stato di 167 euro la tonnellata, contro i 155 euro la tonnellata di febbraio, per un incremento del 7,7%.
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