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Marzo 2016 - Congiuntura siderurgica

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Lo scenario mondiale

Nel mese di gennaio di quest’anno la produzione mondiale di acciaio si è attestata a 127,7 milioni di tonnellate, con una contrazione del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva globale è così scesa sotto il 68%, proseguendo il trend discendente iniziato nel 2011. Tutti i principali paesi produttori, tranne la Turchia, hanno ridotto i volumi produttivi, con percentuali superiori alla media da parte dei paesi dell’Unione Europea (-7,6%), della Russia (-10,6%), del Brasile (-17,9%) e della Cina (-7,8%). Nell’UE la riduzione della produzione ha interessato 24 dei 28 Stati membri, con percentuali significativamente superiori alla media in Ungheria (-40,8%), nel Regno Unito (-38,4%), nella Repubblica Ceca (-15,3%), in Slovacchia (-12,2%) e in Francia (-11,9%).

La siderurgia italiana

Nel mese di gennaio 2016 la produzione di acciaio in Italia è risultata pari a 1,8 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La caduta rispetto al picco pre-crisi è così salita al 31% (- 10 milioni di tonnellate). Il tasso di utilizzo della capacità produttiva è di poco superiore al 50%, 18 punti in meno rispetto alla media mondiale.
La diminuzione dell’output ha riguardato prevalentemente la produzione di acciaio con ciclo integrale e in misura minore al produzione con forno La produzione di laminati lunghi a caldo è stata pari a 781 mila tonnellate, con una diminuzione del 5,1% rispetto allo stesso mese del 2015. La produzione di laminati piani si è attestata a 895 mila tonnellate, con un calo del 5,2% su cui ha influito in misura rilevante la diminuzione della produzione dell’ILVA di Taranto.

Le esportazioni

Nell’ultimo trimestre del 2015 le esportazioni italiane di prodotti siderurgici hanno registrato un sensibile rallentamento. L’anno si è chiuso con un volume complessivo pari a 16,5 milioni di tonnellate, con una contrazione del 5,2% rispetto al 2014. Le esportazioni nei paesi dell’UE, pari al 68,6% del totale, hanno registrato una diminuzione del 5,7%, superiore a quella delle esportazioni nei paesi extracomunitari (-4,7%). Le vendite all’estero di laminati piani sono complessivamente calate del 7,9%, con una diminuzione molto più marcata per i coils in acciaio al carbonio (-14,7%. Le esportazioni di laminati piani in acciaio legato sono calate del 25,8%, mentre quelle di coils in acciaio inox sono aumentate del 4,4%. I laminati piani rivestiti hanno registrato un incremento delle vendite all’estero del 7,1% rispetto al 2014, mentre i nastri le hanno ridotte del 5,5%. Le vendite all’estero di prodotti lunghi si sono complessivamente ridotte del 2,3%, con cali più consistenti per i profili (-12,3%), in particolare delle travi (-20,8%). Le esportazioni di barre sono invece aumentate del 7,7% al netto del tondo per cemento armato, le cui esportazioni si sono ridotte del 4,4%. Le vendite all’estero della vergella sono complessivamente diminuite del 2,5%. Le esportazioni di semilavorati (lingotti, billette e bramme) sono diminuite del 29,5%, mentre quelle di tubi hanno registrato un calo del 3,4%, imputabile totalmente alla contrazione dei tubi senza saldatura (-30,5%) che hanno risentito del ridimensionamento degli investimenti nell’Oil & Gas. Le esportazioni di tubi saldati sono invece cresciute del 3,8%.

Le importazioni

Le importazioni di prodotti siderurgici hanno registrato un rallentamento nell’ultimo trimestre del 2015. A fine anno si sono attestate a circa 20 milioni di tonnellate, con un incremento del 20% rispetto al 2014. Tale aumento è dovuto soprattutto agli acquisti dai paesi terzi, che si sono incrementati del 39,2%, contro il 6% di quelli dai paesi comunitari. La crescita più consistente è stata registrata dai laminati piani (+23,5%), in particolare i coils in acciaio legato (+65,2%) e i coils in acciaio al carbonio (+22,7%). Relativamente più ridotto l’incremento delle importazioni di coils rivestiti (+12,1%) e di nastri (+6%). Le importazioni di laminati piani in acciaio inox sono invece aumentate del 2,2%. Le importazioni di laminati lunghi hanno raggiunto i 2,3 milioni di tonnellate, con un incremento del 16,9% dovuto ai profili (+34,5%), in particolare alle travi (+36,1%), e alla vergella in acciaio al carbonio (+20,5%). Gli acquisti all’estero di barre sono aumentati complessivamente dell’8,3%, con un incremento più marcato per le barre in acciaio legato (+13,5%). Le importazioni di laminati lunghi in acciaio inox sono invece diminuite del 3,5%. Gli acquisiti all’estero di semilavorati hanno raggiunto i 4,2 milioni di tonnellate, con un incremento del 22,2%, imputabile prevalentemente alle importazioni di billette, che sono cresciute del 24,3%. Infine, le importazioni di tubi sono diminuite dell’1,8%; in particolare quelle di tubi senza saldatura sono calate del 3,7%, mentre quelle di tubi saldati sono aumentate dello 0,9%.

Le previsioni a breve termine

Le previsioni per i primi mesi del 2016 non sono confortanti: il consumo reale di acciaio nell’UE dovrebbe crescere di circa mezzo punto percentuale nel primo trimestre, mentre il consumo apparente dovrebbe ridursi di circa un punto e mezzo, a significare che l’aumento della domanda reale verrà soddisfatta attraverso il de-stoccaggio delle scorte, con nessun impatto quindi sulla produzione. Le importazioni decelereranno a causa della stagnazione della domanda interna, ma la pressione dei prodotti cinesi in Europa resterà alta. Le esportazioni difficilmente recupereranno l’arretramento dello scorso anno a causa del rallentamento dell’economia mondiale. Infine, per quanto riguarda i settori utilizzatori: l’automotive resterà il settore più tonico (+3,2%), le costruzioni cresceranno di circa l’1,8%, la produzione di tubi del 2%, la meccanica strumentale del’1,3%, i prodotti in metallo dell’1,5%, mentre il settore degli altri mezzi di trasporto resterà sui livelli produttivi del 2015.

Prezzi: febbraio stabile, ad inizio marzo risalgono le quotazioni

Le quotazioni dell’acciaio in Italia, a febbraio, rimangono sui livelli di gennaio. Ma nei primi giorni di marzo il vento sembra essere cambiato. Le ultime rilevazioni effettuate da Siderweb, infatti, mostrano che il SiderIndex (ovvero l’indice che misura il prezzo medio alla tonnellata dell’acciaio al carbonio sul mercato italiano) a febbraio è stato pari a 229,15 euro la tonnellata, 57 centesimi di euro la tonnellata in più rispetto al valore fatto registrare a gennaio (0,2%). Il risultato di gennaio, lo ricordiamo, era stato il peggiore dal marzo 2009 (186 euro la tonnellata). Nei primi giorni di marzo, invece, i prezzi hanno mostrato un moto di ripresa: il SiderIndex che è giunto a 239,00 euro la tonnellata, con un recupero rispetto alla media di febbraio del 4,3% e rispetto a gennaio del 4,5%.
Entrando nel dettaglio delle varie categorie di prodotti siderurgici rilevati da Siderweb, a febbraio si nota che, rispetto a gennaio, i maggiori incrementi li fanno registrare i piani in acciaio al carbonio: i coils a caldo rincarano in media di 10 euro la tonnellata, le lamiere a caldo di 2,5 euro la tonnellata, le lamiere zincate di 12,5 euro la tonnellata, mentre le lamiere da treno scendono di 12,1 euro la tonnellata. Nel comparto dei lunghi, la vergella rimane sostanzialmente stabile, mentre cedono terreno il tondo, le travi ed i laminati mercantili (rispettivamente -15 euro la tonnellata, -13,75 euro la tonnellata e -13,75 euro la tonnellata).
Il rottame è ancora in calo, anche se poi nei primi giorni di marzo recupererà terreno: il valore medio registrato per il rottame delle categorie 01-E3, 33-E40, 50-E8, 41-E5M (le quattro principali qualità di rottame vendute sul mercato nazionale) a febbraio è stato di 155 euro la tonnellata, contro i 164,7 euro la tonnellata di gennaio. La ghisa, infine, recupera 2,5 euro la tonnellata.

140316

Stefano Ferrari e


Febbraio 2016 - Congiuntura siderurgica

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