8 maggio 2025 Translated by Deepl
RHO (Mi) - Durante il convegno “Donne che fanno l’impresa”, organizzato attorno all’idea di rafforzare la presenza femminile nel mondo industriale, imprenditrici e professioniste si sono confrontate su sfide, successi e trasformazioni. Francesca Morandi (siderweb) ha introdotto il progetto “Acciaio al femminile”, nato per costruire reti di relazioni e promuovere un nuovo modello d’impresa più equo, dove uomini e donne siano protagonisti insieme del cambiamento.
L’incontro si è aperto con l’intervista a Emma Marcegaglia (presidente e ad di Marcegaglia Holding), a cura di Paolo Bricco (Il Sole 24 Ore). Marcegaglia ha offerto uno sguardo lucido sul panorama globale, parlando dei grandi cambiamenti degli ultimi anni: dal sogno della globalizzazione felice all’attuale clima di incertezza, tra pandemia, guerre e tensioni politiche e commerciali. La chiusura dei mercati, l’arretramento su temi come sostenibilità e uguaglianza, e il ritorno di politiche protezionistiche (come i dazi introdotti da Trump) rappresentano sfide concrete, ma – secondo lei – anche un’opportunità per l’Europa di diventare più autonoma e forte.
Nel suo racconto personale, ha ricordato il padre Steno, figura chiave del boom economico italiano, uomo visionario e vicino alle persone. Lo descrive come un imprenditore dal forte senso etico e lungimirante, che ha saputo costruire un’azienda come un'entità al servizio della comunità e non solamente come un bene privato. Ha riconosciuto le difficoltà nel riuscire a trovare il proprio spazio dopo una figura così carismatica, ma anche quanto sia stato importante per lei fare esperienza fuori dall’azienda di famiglia, per poi tornarvi con consapevolezza e autonomia.
Marcegaglia ha sottolineato il ruolo cruciale delle donne nel mondo del lavoro, pur riconoscendo quanta stada ci sia ancora da fare, soprattutto in settori come la siderurgia. Ha ricordato i suoi inizi in Confindustria, quando a 29 anni era l’unica donna in mezzo a giganti dell’industria, come Agnelli e Romiti. In un ambiente così maschile, si è imposta con la preparazione e la serietà, conquistando il rispetto di colleghi e mentori.
Ha poi rivolto un invito alle giovani: avere un sogno, credere in sé stesse e non farsi limitare da stereotipi, né da chi le scoraggia a studiare o lavorare. Inoltre, ha insistito sull’importanza del riuscire a costruire reti tra donne, dell'aiutarsi a vicenda, e del gestire il potere con consapevolezza, senza imitare modelli maschili ma trovando uno stile proprio.
È seguita poi la tavola rotonda moderata da Rita Querzè (Corriere della Sera), nella quale si sono alternate le voci di Cristina Scocchia (Ceo di Illy Caffè), Cristiana Scelza (executive vice president Electrification Prysmian Group e presidente Valore D), Isabella Manfredi (chief sustainability & communications officer di Feralpi Group) e Francesca Morandi. Tutte donne che vivono quotidianamente l’impresa dall’interno.
Si è parlato di lavoro e parità: oggi le donne ai vertici sono ancora poche, soprattutto in Italia, ma stanno emergendo nuove figure, soprattutto tra le giovani imprenditrici tech. Rimane però forte il peso del lavoro di cura, che ricade ancora in modo sproporzionato sulle donne. Le aziende iniziano a investire in welfare, ma serve un intervento più ampio, anche da parte del pubblico.
Sulla leadership, le ospiti hanno espresso punti di vista diversi: alcune criticano l’idea stessa di “leadership femminile”, preferendo parlare di leadership etica, assertiva e situazionale, mentre altre rivendicano il valore di qualità come empatia e autenticità. Tutte concordano però su un punto: non si nasce leader, si diventa, e servono condizioni favorevoli per far crescere questa attitudine.
Un altro tema chiave è stato quello della conciliazione tra vita e lavoro. Alcune aziende hanno introdotto strumenti come smart working o orari flessibili, ma il cambiamento deve essere culturale, , come ha sottolineato Scocchia: non basta offrire flessibilità, serve una maggiore equità nella gestione della genitorialità.
Infine, si è parlato di diversità e inclusione, alla luce del ritorno di tendenze più conservatrici e polarizzanti negli Stati Uniti. Le relatrici si sono dette fiduciose: l’Europa, anche se lentamente, sta facendo passi solidi e profondi in questa direzione. La vera sfida oggi è costruire imprese che abbiano una missione sociale intenzionale, dove l’inclusione non sia solo un obbligo, ma parte integrante della strategia aziendale.
Sarah Falsone
9 maggio 2025
Edizione speciale del siderweb TG dedicata all'undicesima edizione di Made in Steel.
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