1 ottobre 2024
Dopo un terzo trimestre di cali siamo arrivati al bottom dei prezzi e le aspettative degli operatori sono quindi di una stabilizzazione del mercato negli ultimi tre mesi dell’anno, per poi vedere la ripresa con l’inizio del 2025. Questa la visione fornita da Andrea Gabrielli (Gruppo Gabrielli) ed Enrico Fornelli (AFV Beltrame) nel corso del webinar «MERCATO & DINTORNI, piani e lunghi: il termometro dell’acciaio italiano» di questa mattina.
Gabrielli: «Commercio influenzato da un mercato debole a valle»
Dal punto di vista della distribuzione, il presidente di Gruppo Gabrielli, ha definito l’attuale momento di mercato come «particolare, ma avvincente». Al rientro dalla pausa estiva, infatti, «c’è stato un rallentamento generalizzato in tutti i settori produttivi e stiamo tastando il polso di un mercato a valle debole», ha detto Andrea Gabrielli. Una scarsa attività del manifatturiero che ha «rallentato la produzione e l’attività dei centri di servizi. A questo si è anche aggiunta la scelta dei produttori europei di applicare una politica di riallineamento strategico dei prezzi all’import. È stata un’azione inaspettata ma doverosa e per loro necessaria, che ha avuto come obiettivo di ridurre i volumi in arrivo dai Paesi extra-Ue». Così, i prezzi hanno toccato il loro punto più basso e siamo arrivati al fondo: «Sembra – ha proseguito – che i produttori abbiano voluto raggiungere un punto di base dalla quale ripartire con nuovo slancio e prezzi in aumento. Per queste ragioni, i prezzi non potranno più scendere e ci aspettiamo una ripresa del consumo apparente nella prima parte del prossimo anno».
Il 2024, a causa di una seconda parte di anno piuttosto complicata, sarà chiuso dalle aziende della distribuzione con «livelli di prezzo e dinamiche di magazzino del tutto inaspettate. MI auguro – ha aggiunto il presidente – che nei prossimi mesi non compromettano i risultati tutto sommato soddisfacenti dalla prima parte di quest’anno, ma in generale andremo a consuntivo con volumi e fatturati inferiori rispetto al 2023». Dal punto di vista delle categorie di prodotto, «i lunghi chiuderanno l’anno meglio rispetto ai piani, sui quali hanno pesato maggiormente le difficoltà dell’industria manifatturiera europea», ha concluso Andrea Gabrielli.
Fornelli: «I produttori sono diventati commercianti»
È un mercato che sta quasi ridisegnando i ruoli della filiera, quello che ha descritto Enrico Fornelli per questo finale di 2024.
«I laminati mercantili hanno subito un forte destoccaggio, al punto che non è assurdo dire che il consumo apparente è tutto nei magazzini dei produttori. Operiamo in un momento dove l’incertezza regna sovrana e quindi i consumi sono ai minimi. Fortunatamente, per i lunghi l’impatto delle importazioni è più limitato rispetto ai piani».
«Un mercato che, però, ha quasi ridisegnato i ruoli: noi ci troviamo a fare i commercianti e i commercianti è quasi come fossero i nostri agenti, a giudicare da volumi e assortimenti delle commesse. Il tutto con tempi di consegna da just in time».
Il direttore commerciale Beltrame ritiene che il mercato resterà stagnante ancora un po’, con la consapevolezza che i prezzi difficilmente scenderanno ulteriormente, vista l’estrema compressione delle marginalità.
«Sul 2025 ritengo che, se ci dovessero essere miglioramenti nelle tensioni geopolitiche e tassi meno pesanti, potrebbe esserci una maggiore aspettativa di crescita».
Sul fronte internazionale, la questione del rallentamento dell’Ue risiede principalmente nello stop tedesco, mentre il mercato italiano, che resta dominato dal consumo reale, potrebbe reagire immediatamente nel caso di cambio di tendenza.
Sui nuovi investimenti, in particolare sul fronte bramme, Fornelli ha ipotizzato l’avvio di una produzione in punta di piedi per il 2025, dopo un novembre e un dicembre di rodaggio.
Per il brand Chalibria e l’acciaio green in generale, Fornelli ha sottolineato la necessità di regole europee che valorizzino l’utilizzo dell’acciaio green, identificando allo stato attuale i clienti del Nord Europa come quelli in cui vi è maggior consapevolezza e disponibilità a pagare il premium di prezzo legato ai prodotti verdi.
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