1 ottobre 2024 Translated by Deepl
Gli ultimi dati ufficiali relativi a produzione e consumo di acciaio in Italia «confermano la situazione di debolezza che avevamo percepito nei mesi scorsi». Tuttavia, alcuni settori che consumano acciaio stanno mostrando una discreta resilienza e per l’anno prossimo numerosi istituti prevedono «miglioramenti, seppur lievi, dal punto di vista dei volumi», che «daranno una boccata di ossigeno all’intera filiera». Questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’intervento di Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi siderweb, durante il webinar MERCATO & DINTORNI di questa mattina, dal titolo “Piani e lunghi: il termometro dell’acciaio italiano”.
La produzione italiana di acciaio grezzo è calata nei primi otto mesi dell’anno del 5,2%, fermandosi a 13,2 milioni di tonnellate secondo i dati di Federacciai. Ferrari ha notato tuttavia che l’andamento della produzione di acciai lunghi è stato diverso negli ultimi mesi rispetto a quello della produzione di piani: «Tra maggio/giugno 2023 e la fine dello stesso anno, la curva della produzione di piani era stata molto più dinamica e forte di quella dell’output di lunghi, dopodiché il trend si è invertito e la curva dei lunghi è rimasta costantemente più in alto». Si può dire quindi che «almeno una parte della produzione italiana stia vivendo un momento di ripresa».
Quanto al consumo apparente, questo a maggio/giugno di quest’anno ha mostrato contrazioni superiori del 10% rispetto allo scorso anno, da imputarsi alla produzione». Riferendosi ai dati Istat, Ferrari ha evidenziato come da giugno/luglio di quest’anno l’attività produttiva strettamente siderurgica sia calata in modo significativo, mentre la fabbricazione di tubi e la produzione di altri prodotti della prima trasformazione sono aumentate. «Anche nel cumulato gennaio-luglio, la fabbricazione di tubi e gli altri prodotti della prima trasformazione hanno mostrato performance migliori», ha aggiunto.
Le performance dei principali settori che trasformano acciaio sono state positive a luglio 2024 rispetto a luglio 2023, con l’eccezione del settore auto che si è attestato su valori più bassi. Nei primi sette mesi, sono stati osservati invece tre diversi trend: le performance delle costruzioni sono state su livelli superiori, «incoraggiate da bonus edilizi che hanno portato a forti investimenti cui stanno subentrando gli investimenti infrastrutturali», ha notato Ferrari. La meccanica ha fatto segnare cali del 2,5-2,9 per cento, mentre la flessione dell’automotive è stata molto più significativa, ossia superiore al 10%.
I prezzi di acciai piani, acciai lunghi e rottame sono attualmente molto inferiori sia rispetto ai picchi del 2023 sia a quello di inizio 2024. Da giugno di quest’anno, tuttavia, «rottame e piani hanno intrapreso una china discendente che sembra essere ancora in corso», mentre i lunghi «si sono più o meno stabilizzati. Questo dimostra una resilienza di questa tipologia di prodotti che possiamo collegare al già citato andamento del settore delle costruzioni, ma che risulta comunque notevole considerato il trend del rottame».
Citando le previsioni di Fitch Ratings sull’andamento dei prezzi delle materie prime, Ferrari ha sottolineato come sia quello del minerale sia quello del carbone coke dovrebbero ridursi da qui al 2027, a causa del rallentamento della produzione cinese di acciaio. «Sarà quindi scarsa la tensione dal punto di vista delle materie prime da altoforno, con i costi che dovrebbero flettere», ha rimarcato.
Allo stesso tempo, Fitch ha rivisto per due volte al ribasso le previsioni sui prezzi medi globali dell’acciaio per il 2024. «Per il 2025 e 2026 non sono ancora state fatte revisioni, ma è ragionevole aspettarsi correzioni al ribasso rispetto alle stime iniziali, visti il rallentamento del Pil e del settore manifatturiero a livello mondiale, la permanenza di tensioni geopolitiche e le ripercussioni dei problemi in Cina», ha affermato il responsabile dell’Ufficio Studi siderweb.
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