4 ottobre 2022
BRESCIA - «I primi due trimestri sono andati bene, nel terzo si sono cominciati a vedere i primi segnali di rallentamento, quest'ultimo trimestre è quello su cui al momento c’è maggiore apprensione».
Questa la sintesi del 2022 fatta da Emma Marcegaglia a margine del convegno organizzato da A2A sul percorso di indipendenza energetica dell’Italia ospitato nella tre giorni di FUTURA EXPO, a Brescia.
«Preoccupa il rallentamento della domanda, sia reale che apparente, dei settori utilizzatori: lo stiamo già riscontrando con mano e sta inevitabilmente influenzando anche i margini. Come Marcegaglia, fortunatamente, in ragione di una grande diversificazione dei settori serviti e dei prodotti offerti riusciamo a mitigarne l’impatto, grazie anche alla possibilità di un riequilibrio sui settori che stanno registrando ancora buone performane, tuttavia il rallentamento si fa sentire».
Per la Ceo di Marcegaglia Steel le aziende, nell’ultima parte dell’anno, giocheranno un po’ in “difesa” per salvaguardare quanto di buono fatto nella prima metà: «Il 2023 resta la vera, grande incognita».
L'imprenditrice mantovana ha fornito anche un accenno sullo stato di avanzamento delle operazioni di acquisizione annunciate nei mesi scorsi, in particolare quella della divisione lunghi di Outokumpu, che ha permesso al gruppo di Gazoldo degli Ippoliti di diventare per la prima volta anche produttore di acciaio.
«Speriamo che con il mese di ottobre si chiuda la procedura Antitrust, sulla quale comunque non dovrebbero sorgere problemi, vista la nostra limitata presenza nel mercato dei lunghi. L’auspicio è di poter arrivare al closing definitivo entro la fine dell’anno» ha concluso Marcegaglia.
Nel corso del convegno in cui era relatrice insieme al Ceo di A2A Renato Mazzoncini, invece, Marcegaglia ha rimarcato quanto la crisi energetica attuale pesi sui bilanci delle aziende. «La “bolletta” energetica del nostro gruppo è passata dai 40 milioni di euro del 2020, ai 140 milioni del 2021. Per il 2022 avevamo messo a budget 365 milioni, probabilmente il consuntivo sarà compreso tra i 400 e i 430 milioni di euro».
Per l’imprenditrice, il nuovo governo dovrà approcciarsi al nodo energetico senza pregiudizi ideologici e con estremo pragmatismo «il che vuol dire prendere in considerazione tutte le tecnologie disponibili, anche il nucleare di ultima generazione, per esempio, sul quale molti Paesi a noi vicini si stanno muovendo».
Chiaro e diretto il messaggio al futuro esecutivo «sbloccare tutto lo sbloccabile, sia in termini di provvedimenti di sostegno, come l’energy release, sia sullo snellimento delle procedure autorizzative per i nuovi parchi di rinnovabili».
Davide Lorenzini
8 novembre 2024
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