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Steel Group: investire è imprescindibile

Beri: «Non ci possiamo lamentare del primo semestre 2022. Numeri in linea con il 2021»

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DÜSSELDORF - Nonostante l’incertezza che caratterizza questa fase di mercato, resta positivo il giudizio dell’ad di Steelgroup Andrea Beri sul 2022. Siderweb ha incontrato l’imprenditore a margine del wire di Düsseldorf. 

Come stanno performando i settori che servite? Ci sono differenze significative?

Ci sono differenze abissali tra i vari mercati. Il settore telecomunicazioni sta andando molto bene, mentre l’automotive arranca ancora. Le costruzioni stanno andando discretamente bene. Ciò che preoccupa ancora e frena in parte la domanda sono i prezzi. L’onerosità che con i rincari è stata raggiunta da determinati tipi di opere non permette di scaricare appieno a terra tutte le potenzialità di una domanda che resta comunque presente. In questa fase di riflessione la gente è un po’ alla finestra per capire come si evolverà la situazione.

Una delle parole molto usate in fiera è stata incertezza, lo ha percepito anche lei?

Ritengo che le incertezze si concentrino soprattutto attorno a una situazione energetica non meglio definita. Una mancanza di visibilità che contrasta con i dati abbastanza precisi che si possono ricavare su tutta una serie di materie prime. Di certo notizie come quelle che dicono che il governo tedesco ha già mandato lettere ai produttori di filo su una possibile fermata nel caso della necessità di razionare il gas non aiutano di certo.

Ritiene che i razionamenti ci saranno davvero?

Nel caso questo scenario si verifichi, per il materiale non si parlerà più di un costo ma di un prezzo. A produzioni ferme se le scorte si disassortiranno per determinate qualità potrebbero scattare addirittura delle aste al maggior offerente e non una ricerca spasmodica del cliente come avviene ora. E questo potrebbe rappresentare un problema nel problema.

Come è andato per il suo gruppo questo 2022 finora?

Il primo semestre del 2022 è andato decisamente bene, abbiamo mantenuto le tendenze dello scorso anno, pertanto non ci possiamo lamentare. C’è un po’ più di preoccupazione sul futuro in questa fase dove si punterà a cercare di mantenere il risultato, con le prospettive attuali incrementarlo parrebbe difficile.

Nonostante la fase di stasi che stiamo affrontando, il piano di investimenti annunciato proseguirà?

A prescindere dal contesto, in un mercato che si evolve a questa velocità non si può smettere di investire. Il rinnovo del parco macchine e l’adeguamento degli spazi di produzione stanno proseguendo come previsto. Ovviamente in questa fase stiamo ponendo particolarmente attenzione alle necessità energetiche. È in valutazione un parco fotovoltaico da 6 gigawatt all’interno del gruppo, un impianto che non ci farà diventare completamente indipendenti energicamente, ma aiuta e non poco. Il problema resta però la burocrazia necessaria a farsi autorizzare l’intervento ancor prima di realizzarlo. È una situazione paradossale quando si dialoga con certe amministrazioni, in un momento in cui questi interventi sono anche cruciali per lo sviluppo del Paese. Un altro must resta la qualità, anche perché se manca quella non ci si siede più nemmeno al tavolo a discutere.


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