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Steel Group: gli investimenti «non finiscono mai»

Beri: «Tutte le realtà del nostro gruppo hanno avuto ottime performance. Il picco nelle telecomunicazioni»

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È ottimista Andrea Beri, amministratore delegato di Steel Group, sul 2022. Da Made in Steel, il manager del gruppo lecchese fa un’attenta analisi del 2021, che è stato sì un anno molto positivo, ma anche altrettanto difficile sul fronte degli approvvigionamenti data l’estrema escalation dei prezzi.

Dottor Beri, la prima è una domanda obbligatoria: che effetto fa tornare a incontrarsi di persona in un evento fieristico dopo questi quasi due anni di pandemia?

A caldo devo dire che tornare a incontrarsi è stato estremamente piacevole. Ne ho parlato anche con i miei famigliari. Ho visto mio padre che, nonostante non sia più un "giovincello", ha voluto esserci; e non solo si è molto divertito a incontrare i colleghi, credo sia stata un’occasione di rinascita anche per lui. Credo che incontrarsi a Made in Steel ci abbia fatto riscoprire quello che la pandemia ci ha sottratto, quella socialità commerciale legata non solo alla chiusura di un contratto. Abbiamo riscoperto quei gesti e momenti che video-call e telefonate non riusciranno mai a sostituire. In questa edizione ho visto anche tante persone che nelle occasioni precedenti non avevo incontrato, vuoi per le necessità del momento, perché alcuni materiali sono ancora difficilmente reperibili e si sono cercati nuovi contatti in fiera, o per la sola curiosità. Comunque esserci è stata davvero una bella esperienza e credo che ne avessimo decisamente bisogno.

Passiamo al mercato. Il 2021 è stato un anno straordinario per i piani, come è andata invece per il filo?

Un anno straordinario sì, ma anche molto difficile per quanto riguarda tutta la parte di approvvigionamento. Una difficoltà data dall’escalation più che repentina delle quotazioni, che ha visto in pochi mesi raddoppiarsi i prezzi della nostra materia prima. Inoltre questa dinamica destava diverse preoccupazioni, non tanto sul come ribaltare a valle i rincari, ma soprattutto su come gli aumenti avrebbero impattato sulla filiera anche sul fronte della liquidità, anche perché tutti i mercati di sbocco nel medesimo momento hanno incrementato le necessità. La domanda è comunque stata più che buona in tutti i settori che serviamo e lo è stata fino a oggi. Qualche preoccupazione arriva anche qui in fiera dall’impatto che l’incremento dei costi energetici potrebbe avere sui listini.

Alla luce di quanto detto fino a ora, il 2021 che anno è stato per Steel Group? Ci sono state differenze marcate tra le varie aziende che lo compongono?

Devo dire che fortunatamente tutte le realtà che compongono il nostro gruppo hanno avuto delle ottime performance. Il settore migliore è forse stato quello delle telecomunicazioni; per noi è andato molto bene anche l’automotive, forse quest’anno più per l’after market piuttosto che per le nuove immatricolazioni che subiscono la mancanza di componenti nella catena di assemblaggio. Le costruzioni sono andate molto meglio fuori dall’Italia che nel nostro Paese. La questione in questo caso non è legata tanto alle riforme, quanto ai contratti sottoscritti con regimi di prezzo ben diversi da quelli attuali. Abbiamo visto addirittura aziende decidere di assumersi le penali di rinegoziazione, piuttosto che terminare i cantieri nell’incertezza della volatilità di mercato. 

Cosa vi aspettate per il 2022, i vostri settori chiave torneranno ai livelli pre Covid?

Per le costruzioni molte opere sono state rinviate al primo trimestre del prossimo anno, per cui la domanda all’inizio dell’anno dovrebbe essere buona. Mi aspetto per il 2022 anche un cambio radicale nel mercato dell’auto, le case automobilistiche hanno i magazzini completamente azzerati, a fronte di una domanda robusta. Mi aspetto un buon anno anche per la meccanica.

E sul fronte degli investimenti state puntando su qualcosa in particolare?

Direi che per aziende come le nostre non si smette mai di investire se si vuole restare al passo con il mercato. Non andremo ad aumentare la nostra capacità produttiva, ma andremo a migliorare l’efficienza e le performance ambientali con il revamping di alcune linee che comporterà anche un risparmio energetico. Stiamo procedendo con ampliamenti su praticamente tutti i siti.


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